Attualità

LE NOVITÀ. Casa, nuova capriola: via la Trise, arriva la Iuc

Eugenio Fatigante martedì 26 novembre 2013
Il Senato chiude (in commissione Bilancio) la partita sulla legge di Stabilità con l’intesa raggiunta in piena "zona Cesarini", da governo e maggioranza, sulla tassazione degli immobili nel 2014. Nel valzer infinito delle sigle e della confusione ancora esistente sull’Imu 2013 si cambia ancora: al posto della Trise (che doveva prendere il posto della "Service tax", a sua volta sostituta dell’Imu), arriva alla fine la Iuc, Imposta unica comunale. Al di là dei giochi di parole, la sostanza è che tornano le detrazioni, anche quelle per i figli a carico (l’ultima parola spetterà però sempre ai Comuni). Ma tra uno scossone e l’altro c’è una brutta notizia invece per i pensionati: è saltata la rivalutazione piena fino ai 2mila euro. Novità anche per le vecchie cartelle di Equitalia (vedi sopra in pagina), mentre per la questione-spiagge la soluzione finale è un’ennesima delega affidata al governo.Erano stati questi temi, assieme ai travagli di maggioranza, a paralizzare i lavori per giorni, ieri incluso, rinviando l’approdo in aula che avverrà solo oggi con l’immediato voto di fiducia preannunciato dal ministro Franceschini (ma sul testo che uscirà dalla commissione, senza maxi-emendamento). «Noi dobbiamo chiudere, ci sono tutte le condizioni, anche se ci sono state scelte non facili come quella sulle pensioni», ha detto uno dei relatori, Giorgio Santini (Pd), avviandosi alla seduta notturna della commissione chiamata a porre l’ultimo sigillo. Di «giudizio ancora sospeso» ha parlato Linda Lanzillotta per Scelta civica, che preme soprattutto sulle municipalizzate degli enti locali.Casa. La matassa è stata sciolta. L’emendamento dei due relatori (anche D’Alì, per l’Ncd) abbandona la Trise, proposta dal governo a metà ottobre, e sulla carta rafforza il principio che dalla Iuc (che dal 2014 sostituirà l’Imu) saranno esentate le prime case, ma non le abitazioni di lusso. In pratica la Iuc sarà un’imposta a "tre gambe", divisa cioè su tre componenti: una patrimoniale (tranne le prime case, appunto) più - come prima - la componente Tasi sui "servizi indivisibili" dei Comuni come pulizia, luce, ecc. (che, a scanso di equivoci, sarà a carico anche delle prime case, ma col ritorno delle detrazioni) e la Tari sui rifiuti, che nella formula sarà meno onerosa di quella attuale (per questo i Comuni hanno già ottenuto un miliardo nella versione originaria della Stabilità). Altra novità importante introdotta è la riduzione del tetto per le seconde case: non potrà salire più del 10,6 per mille (si rinuncia così all’1 per mille dell’aliquota-base della Tasi). Il governo assicura che «ora si pagherà meno», ma il risultato resta tutto da dimostrare. L’intesa raggiunta si sostanzia in uno stanziamento di 500 milioni in più (rispetto al miliardo di cui sopra) dati ai Comuni. Con questi soldi sarà creato un Fondo per finanziare le detrazioni che, per i relatori, dovrebbero restare analoghe a quelle del 2012: 200 euro base più 50 a figlio. Ma è difficile che sarà così, date le dimensioni ridotte della componente-Tasi (potrebbe anche non superare i 200 euro). A decidere, tuttavia, saranno i Comuni. Il governo si è limitato a identificare le tipologie alle quali assegnare gli sconti: chi abita da solo (giovane single o anziano), le case abitate solo stagionalmente (come quelle per le vacanze), quelle degli emigranti che passano più di 6 mesi all’estero, fino ai fabbricati rurali.Pensioni. L’altro grosso capitolo, invece, è rimasto inevaso. Alla fine è saltato il promesso (dalla maggioranza) ripristino della rivalutazione delle pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo (cioè fino a 1.982 euro al mese). E, con esso, la nuova versione del contributo di solidarietà, che doveva essere abbassato a 90mila euro (il testo uscito dal governo lo prevede, nella misura del 5%, dai 150mila euro lordi in su) e che dai 193mila euro circa doveva divenire un maxi-balzello del 15%. Resta quindi la vecchia formulazione, che dispone aumenti al 90% per gli assegni fra 3 e 4 volte il minimo, al 75% per quelli pari a 5 volte e dimezzati al 50% per quelli pari a 6 volte. Già protestano i pensionati, che annunciano una manifestazione di piazza il 29 a Roma.