Carrón. Da dove nasce la speranza? Durante la pandemia un risveglio dell'umano (video)
La speranza è una costante della vita umana ed è la risorsa da cui si può ripartire nel dopo Covid. «Come si può parlare di risveglio nel periodo del lockdown? Questo è un esempio del risveglio dell’umano. In mezzo a una situazione come questa nessuno avrebbe sognato di poter fare un meeting di queste dimensioni, con 120 piazze e creatività. Il risveglio dell’umano non avviene nonostante le difficoltà, ma proprio per le difficoltà, che ci costringono a una creatività, alla possibilità di esprimere risorse che avevamo nascoste» ha detto Julian Carron, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, durante l’incontro "Da dove nasce la speranza?" al Meeting di Rimini, giovedì sera. (Puoi rivedere l'incontro cliccando sul video)
«La speranza è una costante della nostra esistenza – ha aggiunto Carron –. Come ci ha detto Pavese, attesa e speranza fanno parte della nostra essenza di uomini, costitutivo del nostro fare realtà. Stare davanti alle possibilità che la vita ci offre, aperti all’imprevisto che possa capitare qualcosa che non avevamo previsto, questa è la grande sfida che abbiamo. Diceva don Giussani che quando ad uno è stata risparmiata la fatica del vivere non potrà aver avuto l’esperienza di poter liberare tutta la capacità della sua ragione, la creatività, il poter affrontare la sfida del reale».
«Chi ha fatto una bella esperienza in mezzo alla difficoltà di questi mesi, può essersi sorpreso di aver avuto la capacità di stare nel reale con una capacità che non aveva. Chi non ha fatto tesoro di questo, tornerà al solito tran tran. La crisi economica e la pandemia hanno sfidato veramente la nostra concezione della speranza e della fiducia. Si è rotta la fiducia di un progresso automatico quasi meccanico, non è scontato. Papa Benedetto diceva che pensavamo che tutto il progresso era cumulativo.
Questo vale per il progresso delle cose scientifiche, ma per la vita umana occorre sempre un nuovo inizio», ha aggiunto Carron. «I nostri nonni erano stati molto più sfidati di noi con guerre e situazioni economiche complicate, ma avevano una consistenza che a volte noi ci sogniamo. Come i nostri nonni, anche i nostri giovani potranno affrontare le sfide del reale, ma occorreranno presenze significative nel reale per affrontare situazioni che non ci aspettavamo nemmeno» ha concluso.