Infortuni sul lavoro. Carrara, cave rosso sangue
I soccorsi dopo un incidente in cava
La vita di Mauro Giannetti, 46 anni, è finita sotto una lastra di marmo da due tonnellate che aveva appena finito di tagliare insieme al fratello, con cui da tempo lavorava nella cava di Torano a Carrara. Quando i due hanno tolto la zeppa che lo sosteneva, il pesante blocco si è spezzato rovinando addosso all'uomo, che è morto sul colpo. L'esatta dinamica del gravissimo incidente sul lavoro, il terzo mortale in sei mesi nelle cave di Carrara, sarà definita dalla Procura di Massa, che ha aperto un'inchiesta. Intanto, per domani i sindacati di categoria hanno proclamato uno sciopero generale, per protestare contro le condizioni di lavoro del settore.
Dodici morti in dieci anni
Secondo un rapporto dell'Asl, negli ultimi dieci anni sono stati dodici i morti nelle cave di Carrara. Inoltre, dal 2005 sono stati 1.258 gli incidenti in ambito estrattivo, mentre tra il 2000 e il 2013 le denunce sono state 5.635. Infine, nei primi dieci mesi del 2016, l’Inail ha registrato 84 denunce di infortunio nel settore cave e miniere della Toscana.
«È giunto il momento di dire basta!»
Solidarietà alla famiglia di Mauro Giannetti è stata espressa da Fabrizio Palla, capo gruppo Lapidei Confindustria Toscana Nord: «Crediamo che sia veramente arrivato il momento di dire “ora basta” - si legge in una nota -. Dobbiamo impegnarci tutti quanti affinché vengano azzerati gli incidenti sul lavoro nel nostro settore. Per questo motivo, siamo convinti che il percorso intrapreso con il Comitato paritetico marmo della Provincia di Lucca ed Asl possa rappresentare un acceleratore importante del miglioramento della sicurezza sul lavoro».
Definire le procedure corrette
Da alcuni mesi aziende, Comitato paritetico e Asl si incontrano per la definizione di corrette procedure di lavoro in sicurezza, sia al monte che al piano. «Gli imprenditori di Confindustria Toscana Nord - prosegue Palla - vogliono arrivare più presto possibile alla definizione di regole chiare, che vengano rispettate da tutti e fatte rispettare a tutti. Nonostante dal 2013 ad oggi nella Provincia di Lucca siano stati formati oltre 800 lavoratori, non dobbiamo mollare: il tema della diffusione a tutti i livelli della cultura della sicurezza resta al vertice delle nostre agende e, pertanto, rinnoviamo il nostro impegno nel continuare ad investire in azioni strutturate e capillari».
«Mettere fine alla mattanza»
«È una mattanza a cui bisogna porre fine», sottolinea il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi. «Da parte nostra - prosegue Rossi - intensificheremo il lavoro tracciato nel Piano straordinario per la sicurezza nella lavorazione del marmo nel distretto apuo-versiliese, per il quale abbiamo stanziato due milioni e mezzo di euro. Sul fronte delle attività estrattive, stiamo analizzando le dinamiche degli incidenti; formeremo tutti gli operatori del distretto alla sicurezza, a cominciare dai lavoratori; vigileremo ripetutamente su tutte le cave, verificando l'adozione dei dispositivi di protezione individuale e collettiva; verificheremo la conformità delle macchine ai requisiti essenziali di sicurezza. In particolare, per quanto riguarda il settore lapideo, vigileremo sul rispetto dei protocolli sanitari e sulle operazioni di movimentazione».
Professionisti della sicurezza
Nei piani della Regione, c'è la formazione di una squadra di professionisti della sicurezza, composta da una trentina di figure. «Per ora - ricorda Rossi - dieci tecnici, selezionati con concorsi precedentemente svolti, sono già operativi. E si stanno svolgendo i nuovi concorsi per l'assunzione di geologi e ingegneri, che saranno al lavoro in un paio di mesi. Arriveremo così, a breve, alla composizione di un'unità di lavoro di circa 30 professionisti della sicurezza in cava. Aumenteremo tutte le misure di sicurezza e i controlli per assicurare il rispetto e l'attuazione del Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro».