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INTERVISTA. Carlo Croce: unici in Italia per la farmacologia di domani

Vito Salinaro venerdì 29 giugno 2012
È uno dei ricercatori italiani più accreditati e premiati nel mondo. La sua ricerca riguarda in particolare i cosiddetti "microRna" e le loro implicazioni in ambito oncologico. Ha svolto la sua attività di ricerca e didattica soprattutto nelle università degli Stati Uniti e oggi dirige l’Istituto di Genetica del Comprehensive Cancer Center dell’Ohio State University. Da alcuni mesi il professor Carlo Maria Croce, membro dell’Accademie delle scienze americana, è vice presidente di Nerviano Medical Sciences con delega alla direzione scientifica del Centro. «Questa struttura – dice raggiunto telefonicamente in Ohio – significa molto per l’intera ricerca italiana perché, in buona sostanza, si tratta dell’unico centro del nostro Paese dove si fa ricerca farmacologica moderna, dove cioè si cerca di sfruttare un nuovo approccio alla terapia, la cosiddetta "target terapy"».Ovvero?Sviluppiamo farmaci che colpiscono in modo mirato e con estrema precisione le cause biomolecolari delle alterazioni verificatesi nella cellula neoplastica.Passano da questa impostazione le future strategie anticancro?Il concetto nuovo e da perseguire con forza nella battaglia contro il cancro è la ricerca dei nuovi bersagli nella patogenesi molecolare. Questa impostazione ci sta dando importanti soddisfazioni.Si possono prevedere sbocchi significativi in questo senso per la struttura lombarda?Nerviano, in questi ultimi tempi, ha impegnato importanti risorse in questo senso. Prova ne è il fatto che la struttura è ormai accreditata a livello internazionale: prima, come ramo della farmacologia oncologica di Pfizer; oggi, svincolata dalla grande azienda americana, Nms è sul mercato conservando il ricco know how ma guardando con sufficiente fiducia al futuro. I nuovi progetti sono ambiziosi e di grande complessità.Ce ne citi almeno uno.Lavoriamo sulle neoplasie al polmone, per esempio, e sulle alterazioni che si verificano nella progressione dell’adenocarcinoma. Parte dei pazienti affetti da questa patologia sviluppano alterazioni genetiche. Noi lavoriamo su nuovi farmaci che si stanno dimostrando efficaci, per esempio, in chi ha sviluppato l’alterazione genetica Alk ma anche altri tipi di alterazione (Kras, Egfr). Si tratta di inibitori sperimentali in grado di distruggere le cellule maligne consentendo la regressione di tumori che presentano una prognosi infausta. I risultati sono ottimi perché in questo tipo di pazienti stiamo verificando una sopravvivenza maggiore unita ad una migliore qualità della vita.Cosa c’è nel futuro di Nerviano?Io vorrei che Nerviano si sviluppasse sul modello delle case farmaceutiche più avanzate, come ce ne sono poche nel mondo perché poche hanno capacità così specifiche di creare farmaci diretti a target sempre più mirati.Questo significa anche stare sul mercato...Un Centro del genere suscita interesse non solo a livello locale - bene ha fatto la Regione Lombardia ad investire nel futuro della ricerca - ma anche nelle multinazionali farmaceutiche. Certo, la competizione c’è ma questa eccellenza italiana può ambire a ritagliarsi una sua posizione internazionale di assoluto rilievo.