Dopo aver conosciuto il territorio, incontrato i parroci, ora è iniziata la fase più difficile: affiancarsi alla comunità locale per ricominciare. Per farlo le delegazioni regionali Caritas presenti a L’Aquila si sono incontrate ieri per la prima volta per integrarsi e lavorare insieme; con loro anche don Vincenzo Nozza, direttore nazionale Caritas Italiana. « La riunione degli operatori permanenti – ha spiegato – serve per iniziare la fase di affiancamento, consolidamento e sviluppo delle realtà locali presenti prima del terremoto. La popolazione deve tornare ad essere protagonista della loro rinascita e noi li aiuteremo, ma non vogliamo sostituirci a nessuno». Il compito della Caritas in Abruzzo, infatti, è quello di essere al servizio della popolazione, rispondendo alle loro necessità, e quello di essere al servizio della Chiesa locale. «La gente ha dei bisogni strutturali, delle necessità per riattivare i servizi e rendere attiva la loro vita – ha proseguito il sacerdote – noi siamo qui per questo, ma ci affiancheremo a chi lavora su questo territorio da tempo perché così quando le delegazioni lasceranno l’Abruzzo, tutto funzionerà al meglio » . L’incontro nel centro coordinamento di Pettino ha anche avuto lo scopo di favorire una conoscenza reciproca tra gli operatori che rappresentano le figure di riferimento sul territorio per l’attuazione dei gemellaggi, almeno fino al 31 dicembre del 2009. « Sono queste figure operative, ormai sul campo da settimane – ha continuato Nozza – che dovranno cooperare e integrarsi seguendo linee di azione comuni » . Il lavoro all’unisono è infatti il vero valore aggiunto di un intervento efficace e duraturo; così come il coordinamento per i progetti di gemellaggio, animazione previsti per tutta l’estate nelle tendopoli. « Grazie all’aiuto dell’Azione Cattolica, delle Acli, della Pastorale giovanile – ha concluso Nozza – organizzeremo un piano a lungo termine di sostegno nei campi per i ragazzi e gli anziani; soprattutto faremo in modo che ogni tendopoli sia raggiunta » . Accanto all’aiuto della Caritas, inoltre, nascono come funghi i gemellaggi tra le regioni e le iniziative di adozione di scuole e monumenti da ricostruire qui a L’Aquila. Dopo la provincia di Trento che ha quasi ultimato trecento casette in legno nella zona di Paganica e Villa S. Angelo, l’epicentro del sisma; ieri è stata la volta del Trentino, del Friuli e della Valle D’Aosta. I trentini infatti ricostruiranno ad Onna le abitazioni per gli sfollati con l’aiuto della Croce Rossa Italiana. Il progetto, del valore complessivo di cinque milioni di euro, dovrebbe rispondere all’esigenza di dare una casa ai terremotati più colpiti in tempi rapidissimi, assicurano i promotori. Ma anche il Friuli ha voluto portare il suo contributo, costruendo un villaggio in legno nel comune di Fossa e devolvendo per il post terremoto due milioni di euro. « Abbiamo voluto portare – ha detto il presidente della Regione Friuli, Renzo Tondo – il nostro passato. Siamo stati vicini all’Aquila nella fase dell’emergenza e vogliamo esserlo ancora di più in quella della ricostruzione. Speriamo che il nostro know- how possa esservi utile, perché prima di voi abbiamo affrontato il problema» . Al fiume di solidarietà per l’Abruzzo, inoltre, si è aggiunta anche la Valle D’Aosta, con una delegazione che ieri ha voluto consegnare alle autorità locali dei fondi raccolti per i terremotati. Ma non si ferma qui la mano tesa dell’Italia intera alla terra abruzzese ferita. Oggi sarà la volta della Lombardia. Il presidente della regione Roberto Formigoni infatti firmerà un protocollo di intera con l’Abruzzo per la ricostruzione della Casa dello Studente.