Giornata del rifugiato. I muri che respingono i migranti
"Le migrazioni sono un dramma mondiale che non tocca solo gli Stati che si affacciano sul Mediterraneo. Tra queste figura una realtà poco conosciuta, come quella dei Paesi del Corno d'Africa: Somalia, Etiopia, Eritrea, Gibuti". Lo ricorda la Caritas, che ha messo a punto un dossier in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, che sicelebrerà domani 20 giugno, dal titolo Mari e muri: infinite barrieremortali per i migranti. (online su www.caritas.it).
Mari e muri sono gli ostacoli che ogni giorno milioni di uomini e donne, in fuga da conflitti armati, disastri naturali e povertà estreme, trovano davanti, a interrompere il loro cammino di migranti. Oggi i “barconi della speranza”
percorrono nuove traiettorie,
verso nuove e diverse mete:
attraverso il Golfo di Aden (Mar
Rosso) per raggiungere dal Corno
d’Africa la penisola Arabica; nei
mari del sud-est asiatico verso la
Thailandia, la Malesia o l’Indonesia
e nell’Oceano Pacifico verso l’Australia;
tra le isole del Mar dei Caraibi,
verso gli Stati Uniti; da una
sponda all’altra del Mediterraneo,
cercando approdo nella “fortezza
Europa”.Oltre 50 "muri della vergogna"Il muro Saharawi separa il Marocco e la parte dell'ex-Sahara Occidentale, occupata nel 1975 dalle zonne sotto controllo della popolazione Saharawi: lungo 2.720 chilometri, protetto da 160mila soldati armati, 240 batterie di artiglieria pesante, più di 20mila chilometro quadrati di filo spinato, mine e veicoli blindati. (foto Zanzottera)