Migranti. Naufragio, il dolore del Papa. La Caritas: servono vie sicure
I corpi dei migranti morti nel naufragio del Crotonese
Dolore per le vittime, preghiere "per i morti, i sopravvissuti e i dispersi". Queste le parole del Papa all'Angelus di oggi, poche ore dopo la notizia del tragico naufragio al largo di Crotone, dove hanno perso la vita decine di persone. "Questa mattina ho saputo con dolore del naufragio nel crotonese. Sono stati recuperati già quaranta morti tra cui molti bambini, prego per ognuno di loro, per i dispersi, e per gli altri migranti sopravvissuti. Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza. La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle", ha detto papa Francesco.
Anche la Caritas italiana torna a chiedere "soluzioni adeguate" di fronte al fenomeno delle migrazioni. Qui seguito il comunicato della Caritas, firmato dal direttore don Marco Pagniello.
"Quello di Crotone è purtroppo solo l’ultimo di tanti episodi che ci devono interrogare. Questo naufragio avviene all’indomani della conversione in legge del decreto che limita gli interventi di salvataggio in mare.
Caritas Italiana ribadisce l’urgenza di una risposta strutturale e condivisa con le Istituzioni e i diversi Paesi, affinché l’Italia e l’Europa siano all’altezza delle loro tradizioni, delle loro radici e del loro umanesimo. La questione delle migrazioni, della fuga dalla miseria e delle guerre, non può essere gestita come fosse ancora un’emergenza. Penalizzare, anziché incoraggiare, quanti operano sul campo non fa che aumentare uno squilibrio di umanità.
La vita è sacra e va salvaguardata, sempre: salvare le vite resta un principio inviolabile. Come già il Consiglio Permanente della CEI ebbe a ricordare alla vigilia delle elezioni, è tempo di scelte coraggiose e organiche, non di opportunismi, ma di visioni. È tempo che i diversi attori si confrontino per trovare una soluzione corale e costruttiva, per il bene di tutti. Da parte sua, la Chiesa continua ad assicurare l’impegno e la disponibilità nell’operosità concreta e nel dialogo.
La bussola, per i cristiani e non solo, restano i quattro verbi indicati da papa Francesco in relazione alla questione delle migrazioni: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.
L’accoglienza delle persone che arrivano e arriveranno sul nostro territorio è per noi un fatto importante, che ci impegna, al di là della discussione sull’opera delle Ong e del loro ruolo nel mare Mediterraneo. Caritas Italiana, per conto della Chiesa che è in Italia e in collaborazione con altre organizzazioni e il Governo, col progetto dei Corridoi umanitari pone un “segno”: si possono, dunque si devono, organizzare vie sicure che evitino i pericoli dei viaggi per mare e che diano prospettive reali alle persone migranti. Un pensiero e una preghiera per chi, nelle ore passate ha perso la vita nel mare e a quanti, sopravvissuti, vivranno sempre segnati da un dolore che potrà essere lenito solo dalla nostra vicinanza umana.