Cappato candidato. Schlein “dirigista” fa esplodere i mal di pancia in casa Pd
Cappato candidato alle suppletive
Marco Cappato la spunta anche con M5s, che insieme al Pd, Azione, Verdi e Sinistra sosterranno la sua candidatura per le suppletive del 22 e 23 ottobre a Monza , collegio che fu di Silvio Berlusconi, e il “campo largo” è fatto in terra di Brianza. Ma tra i dem salgono i malumori e, da ultimo, giunge Demos a smarcarsi: «Rispetto per la persona, le cui battaglie però sono a noi lontane e non ci rappresentano», spiega il segretario di Democrazia Solidale e deputato Paolo Ciani.
Ma se con il Pd Demos condivide solo il gruppo alla Camera, nei dem sono in molti a prendere le distanze dall’esponente radicale, specie a livello locale. Ciani, insieme con i rappresentanti del territorio della Brianza anche del partito di Elly Schlein, avevano individuato diversi nomi in grado di «raccogliere un consenso largo in un collegio difficile. Visto il sostegno del Pd a Cappato, di cui abbiamo appreso la notizia via stampa, mi trovo costretto a ribadire che questa non è la scelta di Demos», incalza Ciani.
Ma a dire no sono anche i centristi del Pd, che non si riconoscono nelle battaglie anche estreme del tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, che con la sua autocandidatura ha spiazzato la segretaria del Pd, convincendola a convergere su una candidatura che avrebbe potuto convogliare i consensi delle minoranze. Insomma, per i vertici dem andare a pescare un altro nome non avrebbe fatto altro che frazionare il voto degli elettori di centro-sinistra, finendo per ripetere lo stesso schema delle ultime elezioni, di fronte a un centrodestra sempre compatto alle urne.
In effetti la sfida vede favorito il grande amico del Cavaliere Adriano Galliani. Ma il sindaco di Monza del Pd, Paolo Pilotto, non ci sta e conferma che era stata individuata una rosa di candidati competitivi «in grado di giocarsela contro il candidato di centrodestra e anche contro Cappato».
Tra le accuse rivolte ai vertici del Nazareno, anche quella di non aver creduto abbastanza nella capacità di sfilare il collegio agli avversari. Di fatto, dicono gli esponenti dem locali, la vittoria di un anno fa del centrodestra a Monza fu del 50,2 per cento. Motivo per cui si tratterebbe di un seggio contendibile. Ma è soprattutto sul mancato ascolto del territorio e dei sindaci che si concentrano le critiche dei centristi del Pd, certi di essere stati ancora una volta messi da parte da Schlein.
Di fatto, insistono, Cappato è una figura divisiva, considerate le sue battaglie per l’eutanasia, la marijuana libera, la maternità surrogata. «Le sua campagne portate avanti in passato sono un problema per la sensibilità soprattutto per gli elettori cattolici», secondo i moderati del Pd, che vedono ora una campagna elettorale «difficile». Tanto più che anche a sinistra c’è chi critica l’esponente radicale, per le sue posizioni «ultraliberiste sull’economia e sul lavoro e critico sul salario minimo».
Dai piani alti del Nazareno, però, quello che conta è aver rimesso insieme le minoranze. E se c’è la consapevolezza delle ragioni di ciascuno, c’è anche la determinazione ad allargare l’orizzonte: «Abbiamo fatto la scelta di non frammentare - ha motivato nel comunicare la scelta la segretaria Pd -. Speriamo che la facciano in futuro anche gli altri». Alla fine la scelta è arrivata anche dall’ex premier Giuseppe Conte, che però continua a tenersi le mani libere per il futuro. Mentre Cappato ora si dice fiducioso: «A questo punto penso di poter vincere».