Liridona Rexha. «Cantare l'inno? Sì, quello di Mameli»
«Il mio sogno è diventare insegnante. Per questo vorrei riprendere gli studi universitari e vorrei vedermi riconosciuta la cittadinanza italiana». Sono le parole di Liridona Rexha, arrivata a Reggio Emilia dall’Albania quando aveva dodici anni. Oggi lavora in un centro di accoglienza per mantenersi e poter soddisfare pienamente i requisiti di reddito richiesti per la presentazione di domanda di cittadinanza, per la quale sta aspettando una risposta. Intanto ha chiesto un permesso di soggiorno Ue di lungo periodo.
Padre musulmano, madre cattolica, a otto anni Liridona ha scelto di farsi battezzare e ha sempre frequentato l’oratorio. Anche il marito, come lei, è cattolico. «Qui in Italia ho frequentato le scuole medie e le superiori e questo ha influenzato molto la mia formazione non solo come studentessa, ma anche come persona. È a quell’età che si forgia il carattere e che si prende pienamente coscienza di se stessi. Sono consapevole delle mie origini e della cultura che mi ha trasmesso la famiglia, ma dentro mi sento italiana». Liridona descrive l’Albania come un luogo dove si sente turista e, per spiegarlo, racconta un aneddoto sull’inno. «Una volta con alcuni amici di diverse nazionalità si parlava di inni.
A me è venuto spontaneo pensare a quello di Mameli e mi sono resa conto che non avevo mai neppure sentito quello albanese, che sono dovuta andare a cercare in Rete. Per me è stata un’ulteriore conferma che il mio bagaglio culturale e i miei valori di riferimento sono quelli italiani».