Commissione. Cannabis «light» salvata in manovra: «Sotto lo 0,5% non è droga»
Via libera alla vendita dei prodotti derivati dalla cosiddetta cannabis light. La novità arriva con un subemendamento del M5s alla legge di stabilità, approvato la scorsa notte in commissione Bilancio. Una modifica legislativa che potrebbe essere definitiva. Sul voto finale nell’aula di Palazzo Madama, infatti, è stata posta la fiducia. E la Camera, visto il ritardo dell’iter legislativo, approverà in seconda lettura "a scatola chiusa". Proteste da Fratelli d’Italia. Maurizio Gasparri di Forza Italia dice che «l’emendamento è totalmente estraneo alla legge di stabilità e va dichiarato inammissibile».
A spiegare il perché della modifica è il senatore pentastellato Francesco Mollame, membro della commissione agricoltura, primo firmatario dell’emendamento con il collega Matteo Mantero: «Regolamentiamo un comparto della produzione agricola caratterizzato da poca chiarezza, dovuta a incertezze normative e giurisprudenziali», integrando «la legge 242/2016, dove non si parlava specificamente di vendita. Con questo emendamento andiamo a definire che se una pianta ha un tenore di Thc non superiore allo 0,5% non può essere considerata uno stupefacente». Per il senatore «incentivare questo mercato porterà a un percorso virtuoso di green economy» dando slancio a un settore da 3mila aziende e 10mila dipendenti.
«È inconcepibile usare una legge che riguarda l’economia per interventi che riguardano la salute delle persone», attacca il forzista Maurizio Gasparri. «È un attentato alla Costituzione. È una somma illegalità che non potrà non essere riconosciuta come tale dalle massime autorità del Parlamento. Il Quirinale non può firmare leggi che contengono una violazione così palese».
«Basita» si dice la deputata di Fdi Maria Teresa Bellucci: «È lo stesso M5s che fa battaglie per diminuire l’uso dello zucchero con la sugar tax perché fa male alla salute. Se ne infischia della sentenza della Cassazione e delle raccomandazioni del Consiglio superiore di sanità di non consentire la libera vendita dei prodotti a basso contenuto di Thc in quanto nuocciono alla salute».
La modifica piace a Più Europa, che aveva presentato proposte di legge sul tema, dice Alessandro Massari. Coldiretti da parte sua sottolinea «le opportunità di sviluppo del settore per centinaia di aziende agricole», con i terreni coltivati che in cinque anni sono aumentati di dieci volte dai 400 ettari del 2013 ai quasi 4000 del 2018».
Il 30 maggio scorso la Cassazione a sezioni riunite aveva definito «illecita» la «cessione», la «messa in vendita», la «commercializzazione al pubblico» a «qualsiasi titolo» di «foglie, infiorescenze, olio e resina» derivati dalla coltivazione della cannabis light. Per la Cassazione, insomma, il prodotto rientra nella fattispecie di reato del Testo unico sugli stupefacenti. La Cassazione affermava anche che «resta ovviamente salva la possibilità per il legislatore di intervenire nuovamente sulla materia».