"Se non hanno pane che mangino brioche". Monsignor
Enrico dal Covolo, salesiano e
rettore della Pontificia Università Lateranense commenta così ironicamente
la proposta di 244 parlamentari per la legalizzazione della
cannabis, che definisce "scellerata". "Mi pare una triste
coincidenza che questa proposta arrivi dal mondo politico
proprio nei giorni in cui l'Istat ci informa sui dati
drammatici della povertà in Italia; dati che si aggiungono a
quelli di cui già eravamo a conoscenza sulla disoccupazione,
in particolare quella giovanile. E i politici come rispondono?
Propongono palliativi proprio come nell'episodio attribuito a
Maria Antonietta di Francia, che alle richieste del popolo
affamato avrebbe risposto: Se non hanno pane che mangino
brioche".
"È una proposta di legge ipocrita - aggiunge monsignor Dal
Covolo - che serve a fare cassa e denuncia l'ipocrisia della
politica che al mattino elogia il magistero di Papa Francesco,
specialmente quando afferma che non si può sacrificare il
popolo sull'altare del denaro e del profitto, e alla sera
propone leggi che vanno proprio nella direzione opposta".
"Come educatore - conclude dal Covolo - vivo con
particolare apprensione tutto questo, in ragione soprattutto
delle ricadute nella vita delle giovani generazioni. Invito,
quindi, tutti gli uomini di buona volontà, in particolare le
agenzie educative e le famiglie, ad alzare compatti un muro di
protesta contro questa scellerata proposta di legge".
Il no dei medici cattolici
"I danni alla salute derivanti dall'uso
di droghe sono ormai acclarati da numerose ricerche dell'Oms, i
cui risultati sono allarmanti, eticamente vincolanti ed
orientano a non imboccare la strada del permissivismo. Fatti
salvi gli aspetti terapeutici nel campo della terapia del
dolore, l'uso di droghe di qualsiasi tipo, leggere o pesanti,
non deve mai essere proposto senza responsabile motivazione.
Bisogna escludere ogni larvata liberalizzazione perchè tali
azioni incentivano il passaggio dal ruolo di consumatore
occasionale a quello di consumatore abituale, che poi evolve
spesso nel ruolo di spacciatore". Ad affermarlo, in una nota,
è il professor
Filippo Maria Boscia,
presidente nazionale
dell'Associazione Medici Cattolici Italiani, a proposito della
cannabis.
Boscia aggiunge che "il potere politico è chiamato a grande responsabilità e non deve mai sottovalutare la necessità di porre in essere provvedimenti e
azioni che non ostacolino il lavoro delle agenzie educative e
che non favoriscano la dipendenza".
E ancora: "L'Amci desidera
stimolare il mondo politico ad avere maggiore attenzione alla
dignità della persona e a promuovere ogni possibile iter di
sostegno e di controllo sulla dimensione etica che avvolge
tutto il disagio della droga - sottolinea Boscia - Il problema
etico è da considerarsi centrale perchè ogni assunzione non
terapeutica della sostanza è gravemente lesiva, illecita, in
ragione delle conseguenze che si determinano sulla persona
prima, sulla società poi, nella sfera della salute e della
vita dei soggetti coinvolti negli usi e negli abusi. Anche chi
assume occasionalmente, sia solo per curiosità, una droga
leggera, pur compiendo una semplice azione personale di
libertà, si ricordi che contribuisce all'illecito profitto di
chi commercializza queste sostanze".