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CANCELLIERI. «Più di 100 interventi» Martedì il ministro riferirà alle Camere

sabato 2 novembre 2013
"Io non ho problemi né a spiegare né a non minimizzare". Così il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, a margine del XII congresso dei Radicali in corso a Chianciano Terme, ai cronisti che le chiedevano cosa rispondesse alla richiesta del responsabile Giustizia del Pd, Danilo Di Leva, di fare chiarezza sulla vicenda Ligresti. Dimissioni? "Assolutamente no... si dimette una persona che ha qualcosa da farsi perdonare. Se poi dovessi essere un peso, se il Paese non avesse più bisogno di me, me ne andrò". "Se Giulia Ligresti si fosse uccisa, - conclude la Cancellieri - non avrei avuto responsabilità?""Io ho la responsabilità dei detenuti, ho fatto oltre cento interventi per persone che ho incontrato nel corso di mie visite in carcere o i cui i familiari si sono rivolti a me anche solo tramite una e-mail". Il ministro della Giustizia riferirà martedì alle 16 in Senato. Lo si apprende da fonti di Palazzo Madama. Sono serenissima e tranquilla, pronta a rispondere a qualunque domanda. "Il mio è stato un intervento umanitario, mosso da un detenuto che poteva morire. Se fosse morta cosa sarebbe accaduto?". Lo ha detto il ministro della Giustizia, intervistata dal Tg1, sul suo intervento riguardo alle condizioni di salute in carcere di Giulia Ligresti. Non siamo tutti uguali davanti alla legge? Certo! Non ci sono detenuti di serie A e serie B. Dobbiamo lottare per migliorare il sistema carcerario, ma queste cose non aiutano"."Siamo sicuri che le argomentazioni che il ministro Cancellieri svilupperà convinceranno le Camere e fugheranno ogni dubbio. Le parole del procuratore Caselli hanno peraltro già dato un fondamentale contributo di chiarezza", si legge in una nota di palazzo Chigi.MARONI: NESSUN GIUDIZIO A PRIORIIl ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri non deve dimettersi ora, ma farlo se non sarà convincente quando in Parlamento parlerà del suo interessamento al caso di Giulia Ligresti. Di questo è convinto il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni. Alla domanda dei giornalisti se il ministro debba lasciare l'incarico Maroni ha risposto: "No, deve venire in Parlamento a riferire e se non è convincente sì. Ma io non esprimo giudizi a priori. Prima voglio sentire le ragioni della sua difesa, dopodiché valuteremo".GRILLO ALL'ATTACCO"Hanno paura di essere travolti e credono che il silenzio li salverà, ma sono già condannati". Così il blog di Beppe Grillo, avanzando dubbi sulla possibilità che Cancellieri si dimetta, in un intervento senza firma che fa da introduzione al testo della mozione di sfiducia. "La Idem a causa dell'ICI non pagata ha dato le dimissioni in dieci giorni. La Cancellieri - si legge nel post - forse non le darà mai. Il motivo è semplice. La Cancellieri fa parte di quel mondo composto da politici, banchieri, istituzioni, finanzieri, inestricabile come una foresta pietrificata. Nessun monito da parte di Napolitano per questo scandalo per l'ingerenza di un ministro su una detenzione, avvenuta grazie a rapporti di lunga data con Ligresti. Non un fiato da Capitan Findus Letta. Hanno paura di essere travolti e credono che il silenzio li salverà, ma sono già condannati".

  

CANCELLIERI NEL MIRINO«Nessuna strumentalizzazione, ma il ministro riferisca in Aula e poi ciascun partito farà le sue valutazioni. Serve chiarezza in tempi rapidi: bisogna fugare ogni dubbio che in Italia vi siano detenuti di serie A e di serie B...». È ancora mattina quando le dichiarazioni alla stampa del responsabile Giustizia del Pd, Danilo Leva, danno il via ad un’altra giornata di "passione" per il Guardasigilli Anna Maria Cancellieri, finita nella bufera dopo la pubblicazione, giovedì su la Repubblica, di un articolo che denunciava un suo "interessamento" durante l’estate in favore di condizioni detentive meno gravose per Giulia Ligresti, ammalatasi dopo l’arresto nell’inchiesta torinese sul crac finanziario di Fonsai e poi condannata a settembre, con patteggiamento, a 2 anni e 8 mesi. Il quotidiano aveva anche pubblicato un’intercettazione telefonica nella quale il ministro conversava con Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti (padre di Giulia, anche lui agli arresti) e sua amica di vecchia data, rassicurandola: «Qualsiasi cosa io possa fare, conta di su me. Non so cosa possa fare, ma sono veramente dispiaciuta».

Per il procuratore di Torino, Gian Carlo Caselli, che dopo la telefonata la ascoltò per chiarimenti, non vi fu nessuna interferenza: «Gli arresti domiciliari sono stati concessi esclusivamente sulla base di due fatti provati: le condizioni di salute incompatibili col carcere e la richiesta di patteggiamento». Ma il contenuto delle intercettazioni ha scatenato le ire dell’opposizione, con richieste di dimissioni e «una mozione di sfiducia individuale» annunciata ieri dal gruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera. Nella maggioranza, non tutti sono d’accordo nel sostenere il Guardasigilli: nel Pd la richiesta generale è di chiarezza, ma con poche condanne preventive («Ascolteremo e valuteremo», avverte Gianni Cuperlo; «Vicenda inquietante, io mi sarei dimessa» attacca Pina Picierno); in Scelta civica, c’è chi difende («È stata ineccepibile, si è doverosamente interessata di una persona in stato di salute critico», dicono i senatori Gabriele Albertini e Luigi Marino) e chi esige approfondimenti. Dal Pdl, dopo la «solidarietà» del vicepremier Angelino Alfano e di Fabrizio Cicchitto, ieri si sono schierate donne battagliere come Daniela Santanché e il sottosegretario alla Giustizia Jole Santelli, che però chiede al «premier Letta di solidarizzare anche con Silvio Berlusconi».Ma il presidente del Consiglio non si lascia tirare per la giacca e non interviene nel dibattito: un «silenzio operoso» non distaccato, fanno sapere da Palazzo Chigi, perché il premier è solito assumere tutte le informazioni sulla situazione, prima di prendere posizione: lo aveva fatto nel caso Ablyazov in cui fu coinvolto Alfano, ricorda il suo entourage. La vicenda viene seguita con attenzione anche dal Quirinale, che col ministro condivide la linea d’azione per interventi che riducano il sovraffollamento delle carceri.Dal canto suo, ieri il ministro Cancellieri ha scelto il low profile, senza aggiungere altro alla lettera inviata giovedì ai capigruppo delle Camere («Da parte mia nessuna interferenza, ma soltanto un intervento umanitario, doveroso dopo una segnalazione...»), nella quale si diceva pronta a riferire in Parlamento, «se richiesta». Oggi il ministro sarà a Chianciano, in risposta all’invito al congresso dei Radicali italiani. Poi lunedì volerà a Strasburgo, dove fino a martedì si occuperà del piano da presentare entro maggio del 2014 dopo la sentenza della Corte Europea, che ha condannato l’Italia a rendere più «umane» le carceri. Nel frattempo, però, sta preparando un possibile intervento alle Camere, da tenere eventualmente in occasione del dibattito sulla mozione di sfiducia che il Movimento 5 Stelle appare intenzionato a presentare. Vincenzo R. Spagnolo​​​