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CASO LIGRESTI. Il ministro Cancellieri: «Resto solo se con piena dignità»

lunedì 4 novembre 2013
"Io non sarò mai un ministro dimezzato: o vado avanti a testa alta o si cerchino qualcun'altro". Lo ha dichiarato il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, rispondendo ai giornalisti sulla mozione di sfiducia presentata dal M5S in seguito al caso Fonsai. Cancellieri ha parlato in conferenza stampa a Strasburgo, dove si trovava per illustrare al Parlamento europeo il piano contro il sovraffollamento delle carceri."A me interessa che il mio Paese vada avanti - ha detto -. Sono convinta che il governo Letta debba andare avanti, perché è necessario per il nostro Paese. Se mi rendessi conto di essere un ostacolo o un peso, me ne andrei".In merito alle accuse di avere fatto pressioni per la scarcerazione di Giulia Ligresti, su richiesta di un'amica di vecchia data, Cancellieri è stata categorica:  "Non sono mai venuta meno ai miei compiti per un mio amico: non lo farei per un amico e neppure per un fratello". "Non mi sono mai permessa di intervenire sui magistrati, sono falsità che andranno chiarite punto per punto". "A me - ha detto - interessa solo che la verità emerga, poi se la politica fa la sua strade la faccia, ma non strumentalizzando me". "Ho sentito parlare di scarcerazione, non me ne sono mai occupata - ha aggiunto Cancellieri - non è mai successo che il Dap scarceri qualcuno, non ha titolo per farlo: chi lo dice è falso, bugiardo e ignorante". Domani pomeriggio il ministro riferirà in Parlamento: parlerà prima in Senato, poi alla Camera. Intanto Palazzo Chigi fa da scudo alle critiche piovute sul Guardasigilli.Contro il ministro il Movimento 5 stelle ha annunciato la presentazione di una mozione di sfiducia, mentre il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, ha detto oggi di "pensare e sperare" che il ministro rimanga al suo posto.ILCASO LIGRESTI-FONSAI E LE TELEFONATE DEL MINISTROLe polemiche politiche sono divampate dopo che in una serie di intercettazioni telefoniche emerge che nell'estate scorsa la Guardasigilli si interessò alle condizioni in carcere della figlia di Salvatore Ligresti, indagata nell'inchiesta torinese su Fonsai per un buco in bilancio sulla società, oggi acquisita da Unipol, da circa 300 milioni di euro. L'ex ministro "tecnico" dell'Interno passata alla Giustizia nel governo di larghe intese si è difesa negando qualsiasi illecita interferenza nell'operato della magistratura e la presidenza del Consiglio, in una nota diramata sabato scorso, si è detta sicura che "le argomentazioni che il ministro Cancellieri svilupperà convinceranno le Camere e fugheranno ogni dubbio".In un'intervista sul Messaggero, la Cancellieri torna oggi sulla sua telefonata a Gabriella Fragni, compagna di Salvatore Ligresti, subito dopo il suo arresto assieme alla due figlie, Giulia e Jonella il 17 luglio scorso, in cui aveva promesso: "qualunque cosa io possa fare conta su di me". L'intercettazione di quella telefonata è finita agli atti dell'inchiesta Fonsai. "Quando sei nell'emotività non pesi le parole. So benissimo che i telefoni possono essere intercettati... Quando vuoi dire a una persona che l'abbracci e che ti dispiace del suo dolore, lo fai", ha detto al quotidiano romano. La Guardasigilli nega però che a queste parole sia seguita una interferenza sulla scarcerazione di Giulia Ligresti. "Non c'è stato nulla, perché il mio interessamento a una donna anoressica che rischiava il suicidio non ha certo inciso sulla decisione della magistratura, come ha spiegato lo stesso procuratore (di Torino Giancarlo) Caselli", ha aggiunto.Al 28 agosto a Giulia Ligresti sono stati concessi i domiciliari e il 3 settembre ha patteggiato due anni e otto mesi di reclusione, oltre a una multa e alla confisca di polizze assicurative e quote di una società. In custodia cautelare ai domiciliari, accusati di falso in bilancio aggravato e aggiotaggio, rimangono il padre Salvatore e la sorella Jonella, che è uscita dal carcere il 7 ottobre scorso.