I campionati giovanili. A Salsomaggiore la carica dei baby-scacchisti
Una partita di scacchi a Salsomaggiore
Maddalena Corvi è tra gli ultimi piccoli scacchisti a uscire dal Palacongressi di Salsomaggiore Terme. Ha riflettuto, studiato l’avversario, pensato alla mossa giusta e alla fine ha vinto il primo di nove turni di gioco nella sua categoria, l’under 10 femminile. “Quando vinco sono felice perché faccio un punto e mi avvicino alla vittoria del torneo – dice - ma soprattutto giocare a scacchi mi diverte perché muovo i pezzi e cerco di indovinare le mosse dell’avversario oltre che a pensare le difese e gli attacchi”. Poi corre e gioca insieme a suo fratello Giosué. Vengono da Roma e sono dei veterani della scacchiera. Hanno disputato tantissimi tornei indossando la maglia rossa dell’ASD Frascati Scacchi.
Sono la speranza di uno sport e di un’Italia che riparte “in presenza” dopo l’anno della pandemia.
“Giocare a scacchi allena la mente ed è un’esperienza da fare sia quando si vince che quando si perde – dice Giosué, che disputa il campionato italiano giovanile 2021 nell’under 10 maschile -. Quando vinco provo una grande emozione difficile da descrivere. Si – aggiunge - è veramente un momento speciale. Quando perdo dico che andrà meglio la prossima volta. E poi giocare a scacchi allena la mente e fa conoscere tanti amici appassionati a questo sport”.
Per la giovane promessa italiana Nicolò Orfini “è una grandissima opportunità poter giocare qui. Quest’anno giocherò l’ultimo campionato da under 19. La Federazione ci ha dato la possibilità di giocare ulteriormente un nuovo campionato italiano e cercherò di non perdere questa occasione” aggiunge Orfini.
Per gli scacchisti di tutto il mondo il “tempo sospeso” dettato dall’emergenza Covid non è stato facile da vivere per una disciplina fatta per la socialità e lo stare insieme.
È vero che gli allenamenti non sono stati interrotti e lo studio è migrato sulle piattaforme on line, tornei compresi, ma “stiamo apprezzando cosa significa ritornare a giocare insieme – sottolinea il giovane campione -. Gli scacchi sono uno sport sano che si fa per divertirsi. Il divertimento è la prima cosa. Se poi aggiungiamo che aiutano a sviluppare le capacità logiche di una persona possiamo dire che anche da questo punto di vista, cioè quello formativo, è un gioco bellissimo”.
Da fuori potrebbe sembrare un gioco noioso, ma non è così. “Mi rendo conto che guardare due ragazzini che sono seduti davanti a una scacchiera potrebbe sembrare meno avvincente rispetto a una partita di calcio o di basket – commenta Orfini -. Ma una volta che sei dentro il mondo riesci a cogliere gli aspetti positivi e divertenti di questo bellissimo sport”.
Nicolò fa parte degli oltre 650 giovani, adolescenti e bambini che da tutta Italia sono arrivati nella città termale pronti a darsi battaglia senza esclusione di colpi per sette giorni.
Ogni turno è una storia a sé fatta di attesa e di possibili errori da sfruttare da entrambi i fronti, di “sacrifici” di pezzi per creare un varco e provare a “inchiodare” l’avversario con un colpo da manuale, provato e rigiocato al fine di immobilizzare il re. Poi il respiro della vittoria da una parte e il sospiro della sconfitta dall’altra chiude una partita che non verrà dimenticata facilmente, specie per i più piccoli, e non solo perché viene trascritta nel formulario di gioco mossa dopo mossa, ma perché viene analizzata subito dopo la competizione. Succede tutto questo a Salsomaggiore Terme, ancora una volta dopo il 2019 capitale degli scacchi italiana.
Agli angoli delle strade, lungo i viali e nei parchi ci sono ragazzi che con la mascherina e il gel per le mani si sfidano all’ultimo pezzo nel rispetto delle distanze anti-covid, all’aria aperta.
Qui si parla di aperture, mediogioco e finali sotto l’occhio attento di istruttori, maestri, ma anche degli arbitri quando giocano ufficialmente. Si perché una delle cose fondamentale che viene insegnato in questo mondo è il rispetto delle regole e dell’avversario, oltre che l’umiltà di dire “ho sbagliato” quando ci si accorge che alla sconfitta, spesso, ha contribuito principalmente un proprio errore.
“È bello ritrovarsi qui anche con gli amici delle altre regioni ed è importante per lo scacchismo italiano ripartire – dice Francesco Bettalli della Mens Sana Scacchi di Siena, diventato maestro di scacchi a soli 13 anni-. Spero di vincere ancora una volta il campionato italiano. Ne ho già vinti due. Vincere è sempre un’emozione importante. Gioco da quando avevo 8 anni e ho iniziato a competere con persone più grandi di me. Era una sensazione unica perché erano senza dubbio più forti di me. Per giocare scacchi a livello alto devi essere portato. A scacchi si può provare paura, ma anche tanta adrenalina quando capisci che stai per concludere con una vittoria”.
Una sensazione provata mille volte anche dalla pluricampionessa italiana in diverse categorie Maria Palma: “Quando vinci riesci a sentirti realizzato e soddisfatto, rendi felice anche le persone che ti stanno attorno, che ti vogliono bene e che ti hanno supportato. Se perdi c’è un po’ di delusione, ma c’è sempre la possibilità di rifarsi. Questo è il bello dello sport” dice la giovane piemontese che milita con l’ASD Pedone Isolano di Terrasini, in Sicilia. Per la maggior parte dei giocatori che hanno raggiunto Salsomaggiore Terme, come sottolinea Alessandro Lilli di Siena “è un’enorme soddisfazione già essere qui alle nazionali. È una bella esperienza. Io ho iniziato a giocare alle scuole elementari e poi ho deciso di continuare questa esperienza. Consiglio di giocare a scacchi perché non solo è bello, ma aiuta nella vita di tutti i giorni, a pensare bene prima di prendere una decisione. Da un po’ di anni il Covid non ha aiutato noi scacchisti. Ora è importante ripartire”.
Costanza Fiolo, del Circolo Palermitano Scacchi, parla di ripartenza come “una normalità con qualche accorgimento. Spero di arrivare al massimo e di fare delle belle partite. L’aspetto emotivo per me resta molto importante. Venire qui e incontrarsi per giocare forse è l’aspetto umano più bello e importante perché le persone sono fatte per le relazioni umane”.
Tecnici e giocatori “desideravano questa manifestazione. Ci siamo impegnati molto per poterla realizzare nonostante le grandi difficoltà che sono derivate e tutt’ora derivano dalla pandemia – spiega Luigi Maggi, Presidente nazionale della Federazione Scacchistica Italiana -. Questa è una delle manifestazioni più importanti che organizza la Federazione. Oltre ai ragazzi ci sono i loro genitori e i tecnici. E’ tutto il movimento scacchistico che si rimette in modo. La nostra Federazione conta ben il 40 per cento di tesserati che sono under 12 ed è giusto che noi ripartiamo proprio dai più giovani”.
Durante la settimana scacchistica si svolgeranno ben tredici tornei: due per gli under 8, i bambini con meno di 8 anni, due per under 10, due per gli under 12, 14, 16 e 18 e un unico torneo per gli under 19. Le campionesse e i campioni italiani di ogni categoria avranno diritto ad una borsa di studio che consentirà loro di frequentare nel 2022 i corsi annuali di 60 ore della Scuola Scacchistica Federale e potranno essere convocati ai campionati mondiali o europei di categoria. Il maggior numero di giocatori proviene dalla Lombardia (124), seguiti dall’Emilia Romagna, la Sicilia e il Piemonte.
“I giovani e i giovanissimi sono la speranza del movimento scacchistico italiano – prosegue Maggi -. Sono 100mila i ragazzi e i bambini che giocano a buon livello, con grande divertimento e benefici a livello scolastico e personale”.
Le più recenti ricerche scientifiche, infatti, confermano che gli scacchi possono accrescere il quoziente intellettivo dei giovanissimi e non solo, oltre che aiutare la creatività e la fantasia, al miglioramento della memoria, all’attenzione e alla capacità di lettura. Un mondo, quello scacchistico, che non si è fermato in questo 2021 caratterizzato dal coronavirus gettando il cuore oltre l’ostacolo e reagendo a una situazione che poteva intimidire giocatori e famiglie.