Nuovo
terremoto nel
mondo del calcio.
Su disposizione della
Procura di Napoli, i finanzieri del
Nucleo di polizia tributaria impegnati nell'
operazione
"Fuorigioco" hanno notificato un avviso di chiusura indagine
preliminare a
64 tra dirigenti sportivi, procuratori e
calciatori di serie A e B, eseguito un decreto di perquisizione
a carico di 33 tra calciatori e agenti e sequestrato beni per
oltre 12 milioni di euro a 8 procuratori, 17 calciatori e 37
dirigenti.
Molti i nomi eccellenti, come riporta l'agenzia Agi, tra gli indagati per
evasione fiscale e false fatturazioni:
Aurelio De Laurentiis,
presidente del Napoli, quello della Lazio
Claudio Lotito, l'ad
del Milan
Adriano Galliani, l'ex presidente e ad della Juventus
Jean Claude Blanc, diversi procuratori tra cui
Alessandro
Moggi, figlio di Luciano. Sedici i giocatori e gli ex
giocatori, tra cui Denis, Mutu, Crespo, Immobile, Nocerino,
Paletta, Lavezzi, Calaiò, Milito.
È la
compravendita dei giocatori l'operazione sulla quale
si incentrava, secondo l'accusa, il "meccanismo fraudolento"
individuato dalla Procura napoletana, secondo cui esiste "un
radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte posto in
essere da 35 società calcistiche di serie A e B, nonchè da
oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro
procuratori".
In sostanza, i
procuratori fatturavano in maniera
fittizia la propria prestazione al solo club, che poteva così
dedurre dal reddito imponibile le spese, beneficiando di
detrazioni di imposta sul valore aggiunto relativa proprio a
questa pseudo prestazione. I calciatori, dal canto loro, non
dichiaravano quello che era "sostanzialmente un fringe benefit"
riconosciuto dalla società nel momento in cui si accollava il
pagamento al procuratore.
L'inchiesta parte nel 2012, quando negli uffici del Napoli
a Castelvolturno la magistratura acquisì due contratti: quello
di Ezequiel Lavezzi, che a Napoli ha giocato dal 2007 al 2012
prima di essere ceduto al Psg, e quello di Cristian Chavez, che
ha militato nella società di De Laurentiis nella stagione
2011. Secondo i pm, i contratti dei due argentini,
rappresentati dallo stesso procuratore, erano stati "alterati"
in bilancio. Nove mesi dopo i finanzieri si erano presentati
nelle sedi di 41 società di serie A e B per acquisire
ulteriore documentazione.
Tra le
prime reazioni, quella dei legali del Milan che
parlano di " una vicenda assolutamente marginale e non fondata,
che troverà la sua risoluzione in una doverosa archiviazione".
Anche l'Atalanta, "nel confermare la propria fiducia
nell'attività della magistratura", ribadisce "l'assoluta
regolarità dell'operato dei suoi dirigenti". Per il presidente
del Coni, Giovanni Malagò, "per l'immagine del calcio, ogni
volta che c'è un'operazione di questo tipo non va bene, non fa
bene. Però non è detto che l'inchiesta necessariamente debba
produrre dei colpevoli".