Attualità

MAFIA. Calcestruzzo depotenziato A Palermo 4 arresti

giovedì 4 giugno 2009
Avevano creato un vero e proprio monopolio per la fornitura di calcestruzzo ad imprese che lavorano negli appalti pubblici, tramite l'intestazione fittizia di beni e società per eludere le disposizioni di legge in materia di misure di prevenzione patrimoniali mafiose, a cui uno di loro era sottoposto. Così i Carabinieri di Monreale (Pa) hanno arrestato 4 persone a Borgetto, Partinico, Balestrate e Castelvetrano, nel palermitano e nel trapanese, e sequestrato cinque impianti di calcestruzzo e una società di trasporto.Nell'inchiesta è emerso anche che nelle forniture veniva utilizzato un tipo di cemento di qualità inferiore rispetto alla norma, così è stato disposto il sequestro del commissariato di Castelvetrano (Tp), in fase di realizzazione. Il giro d'affari, tra il valore dei beni e delle società sequetrate e l'importo degli ultimi appalti aggiudicati e il fatturato annuo, supera i 50 milioni di euro. Si tratta di società che nel corso degli anni Ottanta risultavano essere di una famiglia vicina al boss di Cinisi Gaetano Badalamenti, e di un'altra famiglia, cui era stato confiscato nel 2001 un gruppo imprenditoriale attivo nel settore del cemento, perché ritenuta vicina ai Vitale di Partinico e ai Brusca di San Giuseppe Jato.Gli arrestati. Sono tutti imprenditori i quattro arrestati dai carabinieri. Il personaggio principale è Benedetto Valenza, 47 anni detto Benny, imprenditore pregiudicato, l'unico ad essere finito in carcere. Gli altri tre imprenditori arrestati, Salvatore Lo Bello, 47 anni; Salvatore Timpa, 51 anni e Francesco Romano 61 anni, sono invece finiti agli arresti domiciliari. I tre sono tutti incensurati e non hanno mai avuto problemi con la giustizia.«Tutto il mercato del cemento in mano alla mafia». "La mafia controlla in modo assoluto il mercato del cemento. È capace di mettere fuori mercato chi non ci sta, rileva le imprese dopo averle taglieggiate e col metodo del calcestruzzo depotenziato mette in serio pericolo la pubblica incolumità, provocando un danno economico devastante". Lo dichiara Carlo Vizzini, presidente della commissione Affari costituzionali e componente della commissione Antimafia."La brillante operazione della Dda di Palermo e dei Carabinieri del comando provinciale - aggiunge - mostra la punta di un enorme iceberg che potrebbe assumere dimensioni colossali. Chiederò che la commissione Antimafia si occupi di tutto questo magari con un apposito comitato e credo che a questo punto sia indispensabile predisporre controlli a campione su tutte le grandi opere siciliane realizzate negli ultimi anni, a cominciare dagli edifici pubblici e dalle autostrade". "Per chi non lo avesse ancora capito - conclude Vizzini -, questa è la vera mafia degli affari che controlla il territorio, distrugge la libertà di impresa e rischia di fare tanti morti non più con le armi da fuoco ma col calcestruzzo depotenziato".