Meglio muoversi per tempo, visti... i recentissimi precedenti. Occorre «adeguare tempestivamente la gestione dell’ordine pubblico per prevenire altre occasioni di guerriglia urbana, la prossima settimana (da lunedì e soprattutto mercoledì, ndr ), quando ci saranno nuove manifestazioni in concomitanza della discussione al Senato del cosiddetto ddl Gelmini », ha spiegato ieri mattina il ministro dell’Interno,
Roberto Maroni, durante la sua informativa al Senato. Il premier dorme invece sonni tranquilli: non ha alcuna preoccupazione per eventuali manifestazioni nei giorni del via libera alla riforma dell’Università, anche se – dice Silvio Berlusconi – «ci sono state molte infiltrazioni dei centri sociali». Anzi, «la riforma ha solo risvolti positivi» e «se il governo ha sbagliato, è stato nel non saper comunicarli, ne ho anche parlato con il ministro Gelmini», chiude il presidente del Consiglio. Mentre il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, avanza una proposta: estendere il Daspo, previsti per gli ultras del calcio, alle manifestazione di piazza, «per contare su uno strumento in più sul piano della prevenzione». Nel frattempo in Questura a Roma l’incubo di una secondo 'martedì nero', come quello passato, aleggia pesante. Perciò gli apparati di sicurezza - a livello centrale e provinciale - , ma anche l’intelligence, stanno monitorando la situazione con l’obiettivo di evitare una nuova guerriglia. La variabile (impazzita) resta la solita: nei cortei indetti dagli studenti medi, universitari e dai ricercatori, s’infiltreranno ancora i 'black bloc' e i gruppi più radicali dell’antagonismo, già protagonisti degli scontri di martedì scorso? Le loro strategie, per altro, sembrano per alcuni versi 'nuove': è stata cioè notata una certa ricerca dello scontro fisico con le forze dell’ordine (diversamente dal lancio delle molotov 'mordi e fuggi' in voga negli anni settanta).Così si cercherà di non finire in una nuova contrapposizione frontale tra blindati e manifestanti, cercando piuttosto assetti più agili e mobili, in grado di controllare subito gli itinerari dei cortei ed eventuali gruppi che si 'sgancino' per accendere disordini. E lo stesso percorso potrebbe variare rispetto a martedì scorso, soprattutto perché è assai più complicato presidiare il cuore del centro storico capitolino, fatto di strade strette che si incrociano e danno una bella mano a chi vuole colpire a sorpresa staccandosi dal gruppone e rientrando... Anche il 'calendario' delle proteste va, pian piano, delineandosi. Stando alle assemblee studentesche di questi giorni, l’idea per ora è di organizzare martedì un sit-in e mercoledì manifestazioni e cortei non solo nella Capitale ma anche nelle altre città italiane. Il punto, però, è che non si può affatto escludere che già dopodomani (quando il ddl Gelmini approderà alla discussione di Palazzo Madama) possano essere decise azioni dimostrative, e magari 'spontanee', di protesta, specie per scatenare anche un bell’effetto mediatico. E del resto i rapporti dell’intelligence dopo quanto accaduto martedì scorso sono chiari e tondi: c’è una «progettualità» che punta ad «avviare un confronto tra le diverse anime del panorama estremista e del mondo del lavoro», così da arrivare a «unire istanze tradizionalmente care al mondo operaio ad interessi tipici del movimento antagonista sotto il comune denominatore della radicalizzazione delle lotte nell’attuale periodo di crisi». Ecco perché in questi giorni sarà ulteriormente innalzato il livello di guardia.