LA STRAGE DI BRINDISI. Vantaggiato: bomba alla scuola, «chiedo perdono»
Nell'udienza di convalida del fermo oggi in carcere per l'attentato di Brindisi, l'atteggiamento di Giovanni Vantaggiato "è stato di maggiore collaborazione". Lo ha detto, parlando con i giornalisti, il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta. "Forse qualche elemento in più c'è - ha aggiunto - ma a mio avviso resta da indagare, restano dei punti oscuri"."CHIEDO PERDONO""Chiedo perdono": è la prima frase che Giovanni Vantaggiato ha detto entrando oggi nella stanza incui si è svolta l'udienza di convalida del suo fermo per l'attentato di Brindisi. L'imprenditore subito dopo è scoppiato a piangere.
"HO FATTO UN GESTO DIMOSTRATIVO""Ho fatto un gesto dimostrativo perché ho subito due truffe e perché il fatturato negli ultimi anni è diminuito". Giovanni Vantaggiato così ha spiegato al gip che lo interrogava il movente dell'attentato alla scuolaMorvillo Falcone. L'uomo ha specificato di non riuscire a sopportare l'idea di non dover essere risarcito da unsuo cliente, Cosimo Parato, e da un fornitore di Avetrana, dai quali non ha ricevuto circa 400.000 euro. I suoi affari, inoltre, avrebbero subito un forte ridimensionamento (da quattro a un milione di litri) da quando era cessato l'appalto con la Provincia per alcune scuole superiori di Brindisi, tra le quali proprio il professionale 'Morvillò, istituto vicino al tribunale e alla superstrada per Lecce. L'appalto era comunque cessato - a quanto si sa - nel 2003.
Giovanni Vantaggiato ha fornito al gip anche nuovi dettagli sulle modalità di realizzazione dell'innescodell'ordigno e ha rivelato di aver fatto delle prove in campagna prima di trasportare, da solo, le bombole davanti all'ingresso della scuola Morvillo Falcone nella notte tra il 18 e il 19 maggio scorsi.
L'uomo ha quindi negato di aver agito con la complicità di altre persone e ha dimostrato una notevole competenza in materia elettronica. Vantaggiato, riferendosi al movente dell'attentato, ha parlato dei suoi problemi economici spiegando di aver dovuto ridurre da sei a una unità il personale della propria azienda edi aver perso all'incirca il 70 per cento del fatturato.