Gianni Bottalico, 56 anni, di origini pugliesi, è il nuovo presidente nazionale delle Acli, il tredicesimo nei quasi 70 anni di storia delle Associazioni cristiane dei lavoratori italiani. Eletto a Roma dal Consiglio nazionale delle Acli, succede ad Andrea Olivero, dimessosi lo scorso 19 dicembre in ragione del suo impegno politico diretto.Nato a Bari, Bottalico vive a Seregno (Mb). È stato presidente delle Acli provinciali di Milano, Monza e Brianza dal 2004 al 2012. Ha collaborato in particolare con il cardinale Dionigi Tettamanzi per il progetto del Fondo diocesano di solidarietà per le famiglie colpite dalla crisi e della disoccupazione. Nel maggio del 2012, in occasione dell’ultimo Congresso nazionale delle Acli, era stato eletto vicepresidente nazionale, con delega alla Comunicazione.Lo stesso Consiglio nazionale ha approvato la composizione della nuova Presidenza come proposta dal neo-presidente e composta da: Stefano Tassinari vicepresidente vicario (Vita cristiana, Economia e Lavoro, Coordinamento di programma, Terzo settore); Paola Vacchina (Patronato, Enaip, Formazione di sistema); Alfredo Cucciniello (Pace, Cittadinanza attiva, Servizio civile); Michele Consiglio (Politiche estere, Reti internazionali); Emiliano Manfredonia (Sviluppo associativo, Coordinamento Associazioni specifiche); Paola Villa (Innovazione e progettazione sociale, Volontariato) e Antonio Russo (Legalità, Coesione territoriale).Infine al presidente restano le deleghe a Comunicazione di sistema, Funzione Studi, Fondazione Achille Grandi per il Bene Comune, oltre alla presidenza del Caf Acli.Eletto anche il nuovo segretario generale, Michele Mariotto.Nel suo intervento da neopresidente Gianni Bottalico ha rivolto la sua attenzione al Paese offrendo una lettura dell’attuale situazione: “L'Italia vive giorni di bufera: noi ben lo sappiamo, perché viviamo tra la gente e ci accorgiamo delle difficoltà dei nostri concittadini. Non ci sottrarremo al nostro compito, staremo anche nella "bufera politica" di questi giorni rivendicando la nostra autonomia e il nostro pluralismo”. E per resistere alla bufera occorre un saldo timone. Per Gianni Bottalico è la “responsabilità” a dover accompagnare l’azione di governo delle Acli: “Governare nella bufera è la vera sfida di oggi, che ci chiama ad un serio impegno per il futuro. Questo significa fare delle scelte di responsabilità più che di protagonismo. Responsabilità significa saper rispondere a chi ci ha preceduto, alla memoria e alle fatiche compiute dai nostri padri, ma anche a chi verrà, ai nostri giovani e ai nostri figli”.E le Acli del futuro, nelle intenzioni del loro nuovo presidente sono un punto di riferimento per la comunità, attente alla politica e al lavoro, vicine alla fasce deboli della popolazione, capaci di lavorare dall’interno per il Paese e di guardare all’Estero: “Vogliamo Acli sempre più orientate verso la comunità, perché viviamo in un Paese in cui si sono sciolti i legami materiali e simbolici e c'è bisogno di ricostruire reti di relazioni e di senso; vogliamo Acli più attente ad una politica che riconquisti la sua dimensione sociale e lavorativa; vogliamo Acli che sanno essere un punto di riferimento per i problemi delle donne e degli uomini che lavorano; vogliamo Acli aperte ai giovani, alle donne, agli stranieri, alle famiglie; Acli più locali e allo stesso tempo più internazionali".Le Acli che oggi passano sotto la guida di Gianni Bottalico contano complessivamente, in Italia e all’estero, quasi 1 milione di iscritti (997mila), 7500 strutture territoriali di cui oltre 3000 circoli, 106 sedi provinciali e 21 regionali. Gli utenti raggiunti dai diversi servizi sono circa di tre milioni e mezzo di persone ogni anno. I principali settori di intervento sono la tutela e la promozione dei diritti sociali e della cittadinanza attiva, l’assistenza fiscale e previdenziale, la formazione professionale, il sostegno agli agricoltori, l’animazione culturale e sportiva, il turismo sociale, la promozione della donna, dei giovani e degli anziani, l’impegno per gli immigrati e per la pace.L’Associazione è presente in 30 Paesi nel mondo, con esperienze antiche ed iniziative nuove. Dalla presenza lungo le strade dell’emigrazione italiana (dall’Europa al Sudafrica, dall’America del Nord a quella del Sud, per finire all’Australia), alle esperienze di cooperazione e promozione sociale in Brasile, in Argentina, nei Balcani (Kosovo, Bosnia Erzegovina, Albania), e in Africa (Kenya, Mozambico e Senegal). In Terra Santa, a Betlemme, presso la Casa della Pace, le Acli gestiscono un Centro di formazione professionale per giovani palestinesi, insieme con la Fondazione Giovanni Paolo II.