"Estote parati", ovvero "state pronti". Alle elezioni. Il consiglio rivolto da Silvio Berlusconi ai suoi deputati arriva dalle parole del portavoce del presidente del Consiglio. Paolo Bonaiuti osserva che "l'ipotesi di andare alle elezioni è comprensibile, se si pensa che il distacco dei finiani mette in dubbio una maggioranza così importante e un governo che ha fatto tante cose e ha varato quella manovra da 25 miliardi che ci ha sottratto alla crisi globale".E che la situzione sia al limite lo conferma anche Umberto Bossi. "È molto difficile andare avanti così", dice il senatur che pronostica "si va alle elezioni, e con la Lega si vincono anche. Noi ed il Pdl spazziamo via tutti". "Se ci fosse un governo di transizione sarebbe caos nel Paese", conferma Bossi facendo osservare ai cronisti che anche in caso di un infortunio del governo "non è che automaticamente viene un governo tecnico". Confida nel Capo dello Stato? "Per primo nel Capo dello Stato e in secondo luogo nel popolo. Ci sono milioni di persone che non accetterebbero e il buon senso prevarrà".Poi c'è un minigiallo per quel "vedremo" in risposta a chi gli chiede se la Lega resterà alleata di Berlusconi. Preciserà l'ufficio stampa della Lega che "Bossi non ha mai messo in discussione l'alleanza con Silvio Berlusconi. E il suo 'vedremò era in risposta alla domanda sulla possibilità di elezioni anticipate, e non alla certezza di un'intesa con il Cavaliere anche in futuro. Certezza - certifica lo staff di Bossi - che non è mai stata messa in discussione".La linea Pdl arriva dall'ennesimo vertice a Palazzo Grazioli: "La nostra posizione è di grande serenità. Avendo i numeri nel Paese e un mandato degli elettori proseguiremo nell'attuazione del programma, lasciando ad altri - avverte Maurizio Gasparri - la responsabilità di privilegiare la coerenza verso gli elettori o scelte diverse. Se qualcuno si sottrae all'impegno verso gli elettori se ne assumerà la responsabilità". Il che vuol dire "portare il Paese alle elezioni".Il confronto con i finiani resta serrato e coinvolge anche i quotidiani di area. Libero mette nel mirino Chiara Moroni, passata a Fli ieri, con un sofferto intervento in Aula, e da Farefuturo si parla di "killeraggio da giornalismo a penna armata".
CASINI E IL TERZO POLOCon il voto sulla mozione di sfiducia a Giacomo Caliendo, che ha visto astenersi i gruppi di Fli, Udc,Api e Mpa «non è nato un nuovo polo, non è il grande centro e non è una manovra di palazzo, ma una cosa nuova, un'area fortissima che non potrà che aumentare». È la previsione del leader Udc, Pier Ferdinando Casini, per il quale quella di ieri è stata «una giornata importante».«Ieri ci siamo riappropriati della politica e del Parlamento», sostiene Casini, secondo cui «si è dato voce alle esigenze del Paesè e a un'area di responsabilità nazionale che nasce non per sfasciare, ma per dare un contributo a risolvere i problemi del Paese».