Associazioni gay e Partito Democratico sono ai ferri corti a Bologna. A far salire la polemica era stata, nei giorni scorsi, la pubblicazione sui
social di una foto blasfema, di una festa organizzata
al Cassero, storico circolo Arcigay al quale, fin dal 1982,
primo in Italia, il Comune ha messo a disposizione una sede.
Il davvero brutto episodio sembrava ormai archiviato con l'intervento dell'assessore alla cultura Alberto Ronchi che, pur criticando la festa blasfema in cui sono stati immortalati tre uomini travestiti da Cristo mentre mimano atti sessuali anche con una croce, aveva confermato l'importanza sociale e culturale delle attività del circolo. Un ordine del giorno, presentato in consiglio
comunale da alcuni consiglieri del Pd, nel quale si chiede di
rivedere le convenzioni (nei giorni scorsi l'arcivescovo di
Bologna, il cardinale Carlo Caffarra, aveva invitato senza giri
di parole il Comune a togliere la sede al Cassero) ha però
riacceso la polemica.
Il presidente del Cassero, Vincenzo Branà, ha accusato, con scarsa originalità, la
consigliera comunale Raffaella Santi Casali, che guida l'ala del Pd che chiede di rivedere le convenzioni, di essere omofoba. Al fianco del Cassero, contro il documento del Pd, si sono schierate anche altre associazioni, che non fanno direttamente riferimento al mondo gay, come la storica associazione Piazza Grande che assiste i senzatetto. Ma il segretario bolognese del Pd, Francesco Critelli, si è schierato in difesa della Santi Casali, chiedendo al presidente del Cassero di scusarsi pubblicamente per le sue affermazioni.
Una delegazione del circolo Arcigay bolognese ha assistito al consiglio comunale, esponendo anche uno striscione, nel quale si parla del bilancio comunale e, di conseguenza, anche della proposta dei consiglieri Pd che si propone di tagliare le convenzioni con le associazioni come il Cassero.