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Fase 2. Boccia: passaporto sanitario contro la Costituzione. Sì agli assistenti civici

Redazione Romana giovedì 28 maggio 2020

Il ministro Francesco Boccia

«Passaporto sanitario? Rileggete l'articolo 120 della Costituzione: una Regione non può adottare provvedimenti che ostacolino la libera circolazione delle persone. E poi se gli scienziati dicono che non ci sono passaporti sanitari, non ci sono». Lo ha detto il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia in audizione alla Commissione Federalismo fiscale della Camera. Il ministro ha anche spiegato che il «bando per reclutare assistenti civici è uguale a quelli per medici, infermieri, operatori socio sanitari. Ha finalità diversa, non è sostitutivo di nient'altro, sono un grande sostenitore del Terzo settore. Come hanno chiesto le Asl, le Rsa, le carceri dei volontari, i sindaci potevano o no chiederci la stessa cosa? Perché ce lo hanno chiesto i sindaci». «Gli assistenti civici hanno esclusive finalità sociali, mai c'è stato un documento con scritto che fossero guardie o sentinelle di qualcosa - ha aggiunto -. Sono già in centinaia di regolamenti comunali e nella legge regionale dell'Emilia nel 2003, li incontriamo spesso fuori delle scuole con le palette, spesso sono pensionati». «Dalla prossima settimana - ha detto ancora Boccia - ci saranno ulteriori passi in avanti. I dati rispetto alle valutazioni che il governo farà per il 3 giugno arriveranno entro domani al ministero della Salute e poi si faranno le valutazioni in maniera rigorosa, laica e partendo sempre dal presupposto che la protezione della salute e della vita è una priorità assoluta. Il sistema di monitoraggio funziona bene, è stato condiviso con tutte le Regioni, ogni settimana ci dà il termometro della pandemia, non è un giudizio, una pagella, non ci sono dei voti, è il tentativo di accendere luci se c'è un piccolo focolaio e se la resilienza della sanità non è piena. Il monitoraggio comprende 21 indicatori diversi che compongono un algoritmo condiviso da tecnici del ministero e delle Regioni. Mi dispiace per la polemica con l'Umbria, che poi è uscita (dalla fascia di attenzione). La valutazione non deve incidere sulla ripartenza delle Regioni, che è già avvenuta e continuerà la prossima settimana per riprenderci tutto il nostro Paese».

«I sindaci - ha concluso Boccia - hanno avuto la forza di autodisciplinarsi, rispetto al potere di ordinanza che la legge riconosce loro; e io non smetterò mai di ringraziarli. Oggi, ci chiedono rispetto e autonomia per la Fase 2, che non riparte premendo un interruttore. E devono averla, specialmente in questo periodo estivo, con una leale collaborazione dello Stato e delle Regioni con i Comuni. Quando il presidente dell'Anci, l'Associazione nazionale dei Comuni italiani, Antonio Decaro ha accettato a nome di tutti i sindaci l'autodisciplina nel periodo di lockdown, ha offerto un grande contributo di responsabilità istituzionale. Di fatto, autodisciplinandosi nel non emettere ordinanze comunali che andassero in contrasto con quelle nazionali, i sindaci si sono assunti la responsabilità, ancora più complessa e difficile, di essere coloro che dovevano occuparsi dei bisogni della cittadinanza, in tempo reale. Ed è quello che è accaduto, ovunque. Ora va riconosciuta maggiore autonomia ai sindaci.