Si dice "pronto a discutere nel merito
di tutto, con tutti, dalla scuola alla pubblica amministrazione" ma Matteo Renzi
accelera e, nel giorno in cui in aula alla Camera passano i
primi articoli della riforma della scuola, avverte che
"dopo aver discusso, si decide" perchè "l'Italia non può più
perdere tempo". La protesta non si ferma, anzi arriva a
pochi passi dalla Camera, in piazza del Pantheon, dove i
sindacati della scuola hanno convocato un'assemblea a cui
partecipano anche alcuni esponenti di M5s e minoranza Pd. In piazza un centinaio di persone e qualche contestazione.
Su un punto, proprio quanto alla riforma della scuola, il
presidente del Consiglio non transige: "Non valutare, e
trattare tutti gli insegnanti allo stesso modo per me è un
errore" e allora "gli stipendi non si toccano, ma se ci sono
soldi in più devono andare a chi lo merita".
Altro nodo scottante è quello delle assunzioni. "In
passato - ribadisce Renzi - si è giocato troppo sulla pelle
dei precari della scuola. Quelli delle Gae noi li assumiamo.
Quelli che hanno fatto i corsi di abilitazione ti dicono che
vogliono entrare: per queste persone noi pensiamo a una forma
concursuale.
Saranno 160mila persone nei prossimi anni ad
essere assunti. Centomila quest'anno e sessantamila con i
concorsi dei prossimi anni". Ma il passaggio centrale in
proposito è questo: "Fate le assunzioni e poi vediamo: questo
è un meccanismo sbagliato perchè trasformerebbe la questione
dei precari in un grande ammortizzatore sociale della scuola".
Un messaggio diretto anche per chi minaccia il blocco degli
scrutini: "Io credo che la stragrande maggioranza degli
insegnanti sono persone serie che non terrebbero a rischio il
lavoro dei ragazzi con il blocco degli scrutini". E dunque, "il
tema della precettazione è prematuro".
Si tratta con la minoranza dem. E se resta la contrarietà della Cgil ("non vi è traccia
di un sistema duale efficace", dice infatti Susanna Camusso),
Renzi può contare su segnali disgelo dalla minoranza Dem: "Mi
sembra di capire - afferma Rosy Bindi - che il governo qualche
segnale lo dà e se posso dare un suggerimento direi di non
farlo cadere, nè da una parte nè dall'altra".
Resta sulle barricate l'ex premier Enrico Letta: "Ho
l'impressione che si sia partiti con il piede sbagliato. La
riforma deve essere fatta per bene, non bisogna fare una
riforma tanto per dire di averla fatta". E come lui Stefano
Fassina, Pippo Civati, Gianni Cuperlo, che dopo il tour de
force dell'aula della camera si spostano all'assemblea dei
sindacati. Con loro anche il M5s Alessandro Di Battista, per
cui il rischio, se passa il ddl, è che si creino "scuole di
serie A e scuole di serie B".
Approvati intanto alla Camera i primi articolo del ddl. Il primo quello che riguarda
l'autonomia scolastica, da attuare con la rimodulazione del monte ore annuale delle materie, il potenziamento del tempo scuola e la programmazione flessibile dell'orario complessivo che consentirà anche l'apertura pomeridiana degli istituti, è stato salutato con soddisfazione espressa via Twitter dal ministro Giannini: «Approvato articolo 1 #labuonascuola. Finalmente si potrà dare piena attuazione all'autonomia». Disco verde anche all'articolo 2 del ddl che affida al
dirigente scolastico "la garanzia di un'efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie,
tecnologiche e materiali", sempre nel "rispetto delle
competenze degli organi collegiali". Approvati anche gli articoli sul
curriculum dello studente, che prevede l'introduzione di
insegnamenti opzionali nelle scuole superiori, che faranno media
all'esame di Stato, sull'
alternanza scuola-lavoro e sull'
insegnamento nelle carceri.
Il contro-video degli studenti. "Ciao Matteo, siamo contenti che tu sia
contento che finalmente la scuola sia al centro del dibattito del
Paese. Di certo però non è merito tuo e del tuo governo". Inizia così
la replica - ironica - degli studenti alla 'video-lezione' del premier
sulla riforma della scuola.
"Renzi si arroga il merito di aver aperto il dibattito nel Paese sulla
scuola. In realtà è proprio lui e il suo Governo ad aver tentato di
silenziarlo, manganellando gli studenti, sgomberando le scuole in
occupazione o tacciando gli studenti e i professori di quadrismo. Siamo stati noi a porre la scuola al centro
dell'attenzione, perché proprio quest'ultima è al centro di un
attacco!" dichiara Danilo Lampis, Coordinatore Nazionale dell'Unione
degli Studenti.