Biotestamento. Galantino: non assolutizzare l'autodeterminazione
Monsignor Galantino presenta il comunicato finale del Consiglio permanente
Lavoro, giovani, famiglia, fine vita, adozioni, criminalità organizzata, migranti, Unione europea. Sono questi i temi, affrontati nella
prolusione del cardinale presidente Angelo Bagnasco, che sono stato sviluppati e discussi nel corso del Consiglio permanente della Cei che si è chiuso mercoledì.
Oggi il segretario generale, il vescovo Nunzio Galantino, ha presentato il comunicato finale spiegando come la Chiesa italiana si senta impegnata a sviluppare - con un “approccio laico” che però “non vuol dire neutro” - una “antropologia integrale”, sia attraverso una “testimonianza personale”, sia con una “chiara opera educativa e missionaria” che aiuti la gente “a non subire passivamente la cultura dominante”. Rifuggendo quindi “appiattimenti al pensiero dominante”.
Galantino ha iniziato al conferenza stampa rivolgendo il pensiero all’attentato di Londra. Al riguardo ha detto di sperare che “ci
vengano risparmiati i soliti mantra intrisi di invettive insignificanti e di insopportabile sciacallaggio”. E ha invitato ad “un no deciso a soluzioni populistiche che continuano a lucrare sulla comprensibile paura che ci prende in occasioni del genere”, ribadendo che “la Chiesa italiana crede con forza nella casa comune europea”.
Sul tema del populismo, il segretario generale della Cei, ha osservato come “l’acqua che fa crescere” questa “ pianta” è “l’inefficienza di coloro che dovrebbero dare risposte ai problemi della gente”. “C’è da allarmarsi – ha spiegato – perché i
motivi che fanno sorgere il populismo sono sempre lì: i giovani, i poveri sono sempre lì”.
Mentre riguardo all’Unione Europea – che si accinge a celebrare il 60° dei Trattati di Roma – Galantino sottolinea come la Cei intende “rilanciare il cammino intrapreso”. Avendo un occhio privilegiato sul Mediterraneo. “Su questo la Chiesa – ha aggiunto - non fa nessun passo indietro, anzi rilancia a più livelli”: progetti di formazione e sviluppo sociale, corridoi umanitari
realizzati grazie all’otto per mille – l’ultimo dei quali per l’Etiopia, ma che coinvolge anche il Sud Sudan, l’Eritrea e la Somalia –, nonché il progetto “Liberi di restare, liberi di partire”, per il quale la Cei ha già stanziato 30 milioni di euro sempre dai fondi dell’otto per mille.
Sollecitato dalle domande dei giornalisti Galantino ha assicurato che sul fattore famiglia “non molleremo mai finché non si riscopra la centralità della famiglia per la società e per la società contemporanea, finché non si capisca che la famiglia – quella formata da madre, padre e figli – non è un fatto di Chiesa, ma di società, perché quando si disgrega, si comincia ad adottare un tipo di soluzione che va in una direzione che tante volte con chiarezza abbiamo stigmatizzato e che non ci trova assolutamente d’accordo”.
Mentre sulla questione dl fine vita il segretario generale della Cei ha osservato che è “è un tema che i vescovi seguono con molta attenzione non da oggi”. E nel comunicato finale del Consiglio permanente si sottolinea che “una società che accettasse
di essere coinvolta nella volontà eutanasia di alcuno, condannerebbe essa stessa al suicidio”. Riguardo al ddl in discussione ha specificato ha sottolineato come in particolare, per la Chiesa italiana “bisogna evitare e superare l’assolutizzazione del principio di
autodeterminazione e rispettare l’autonomia in scienza e coscienza del medico”, come chiede “per fortuna” anche l’Ordine dei medici.
Altri temi affrontati dal segretario generale della Cei nel corso della conferenza stampa sono stati quelli del lavoro, che costituirà il
tema della 48ma settimana sociale che si celebrerà il prossimo ottobre a Cagliari. Non ché quello della presenza della Chiesa nei massmedia, con uno sguardo particolare ai settimanali diocesani. “Di fronte a sfide ideologiche e culturali veramente invasive, - ha detto - la Chiesa italiana non pensa assolutamente di alzare bandiera bianca sul tema della comunicazione e dei media”. “Ma non come la moglie di Lot – ha precisato – cioè camminando e guardandosi indietro, ma guardando intelligentemente in avanti”.
Monsignor Galantino ha inoltre spiegato il meccanismo elettorale con cui verrà scelta la terna di nomi di vescovi che verrà proposta
al Papa per la nomina del nuovo presidente della Cei, ricordando che non essendo ordinario di una diocesi per Statuto non è candidabile all’incarico. Le votazioni sono previste per martedì 23 maggio, secondo giorno della prossima assemblea generale.“Dipenderà dal Santo Padre - ha poi spiegato - decidere se comunicare il nuovo presidente già durante l’assemblea o alcuni giorni dopo”. Anche quest’anno nel primo giorno dell’Assemblea, il lunedì 22, è sarà Papa Francesco ad aprire i lavori.
Il segretario generale, rispondendo poi ad una domanda riguardante un articolo pubblicato ieri che decretava la fine del modello di
prete forgiato dal Concilio di Trento ha osservato che ” preti che sicuramente finiranno saranno quelli che fanno i leader o i leaderini, i preti guru e i preti manager. Se è così, mi auguro che questi preti finiscano”.