Fuoco preventivo e per niente amico da parte delle associazioni per i diritti degli omosessuali e di esponenti di Pd e Sel contro la nomina di Micaela Biancofiore a sottosegretario alle Pari Opportunità. Sarebbe - questa in sintesi l’accusa che le viene rivolta - una che «discrimina» i gay. A sua volta l’esponente altoatesina del Pdl denuncia di essere «oggetto di una discriminazione preventiva e ingiustificata». E - dopo aver notato che l’incarico alle Pari opportunità inizia con una negazione di esse da parte di chi la attacca - annuncia che non si farà «intimidire».La polemica si basa sulla posizione che la parlamentare non ha mai nascosto in passato sul matrimonio gay, al quale è contraria. A innescarla è Enrico Oliari, presidente di GayLib, associazione vicina al centrodestra, che paragona addirittura la nomina della Biancofiore a «un premio per l’emancipazione» dato a «Khameney o il Nobel per la pace a Kim-Jong-un». Cioè un ayatollah iraniano e un dittatore comunista coreano. Ma, dopo aver preso gli esempi da così lontano, Oliari torna in Europa per insistere sull’Italia «fanalino di coda». La replica non si fa attendere. La Biancofiore parla di faziosità. E promette: «Sarò sopra le parti e porterò avanti i diritti civili di tutti. Da cattolica sono contraria alle nozze gay, ma le posizioni istituzionali poi verranno prese con il ministro».Il ministro è Josefa Idem, del Pd. La quale, dice la Biancofiore, ha «voluto condividere gentilmente con me tutte e tre le deleghe del ministero». Che si occupa oltre che di Pari opportunità, di Sport e Politiche giovanili. Una correzione di quanto scritto nella nota di Palazzo Chigi dell’altra sera, in cui si parlava di sole Pari opportunità, che per alcuni sarebbe intesa a stemperare le polemiche. Che ieri hanno fatto registrare una raffica di interventi al vetriolo. Da Paola Concia, ex deputata pd, che ha paragonato la Biancofiore a un personaggio di Disney dal nome inequivocabile: Crudelia De Mon. Ad Aurelio Mancuso (Equality), che parla di «beffa». Contro la nomina anche l’Arcigay.