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POLITICA ED ETICA. Binetti: «Gay, dal Pd passi avanti ma ancora molte ambiguità»

Roberta D’Angelo martedì 19 giugno 2012
​Il Pd ha iniziato ad abbozzare il suo programma, «ora tocca a noi. Loro nel documento di Bindi dicono: “Noi faremo per voi cittadini non il matrimonio gay ma qualche cosa che ci assomiglia”. Noi dobbiamo rispondere: “Faremo per voi cittadini una politica per la solidarietà, la sussidiarietà, la sobrietà». Paola Binetti, ex pd, ora parlamentare dell’Udc, legge il documento del comitato dei diritti del Partito democratico redatto da Bindi e appare scettica.Il Pd scrive una sintesi che è accettata dai moderati e scontenta i radicali: come mai lei reagisce quasi indifferente?Credo che il documento di cui Rosy Bindi è estensore costituisca sicuramente un passo avanti, sia perché è il frutto di una elaborazione collegiale durata un anno intero, sia perché si tratta di un documento coraggioso, perché prende in esame i punti cruciali delle questioni eticamente sensibili. Ma restano diverse perplessità.Perplessità su che cosa?La prima nasce dal fatto che proprio in questi giorni si sono sollevate voci discordanti sul tema. Bersani ancora non ha fatto parola sul documento, mentre in occasione del “Gay pride” aveva parlato e in contraddizione con quanto sostenuto da Bindi. Non a caso Fioroni aveva reagito. Poi c’è Ignazio Marino che è in contraddizione totale con quanto detto da Bindi, c’è Concia...Che vuole riaprire la battaglia in assemblea...Esattamente: non vorrei che il documento, nello spirito in cui ne parla Bindi, sia soltanto una buona intenzione.Ma se restasse com’è, potrebbe consentire un’alleanza con il Pd?Il documento non è un ddl, ma fa il punto su un dibattito, perciò è un processo di elaborazione. E quando qualcuno mi dice che molte persone sono già oltre e in contrasto con il documento, questo perde già di forza.Ma se restasse così?Non è un punto di equilibrio: se Bersani che è segretario e Scalfarotto vicepresidente e una voce autorevole come Marino, che coordina il vasto campo della sanità già lo contraddicono... Poi Concia dice che non è sufficiente... Insomma, nessuno crede che rappresenti un punto di approdo. Ma piuttosto un cavallo di Troia.Addirittura?Tu me lo dai, ed è già pronto il superamento del testo scritto.Buttiglione pare meno diffidente.Conosco il Pd. Non so se lo approveranno, ma al loro interno manterranno un tale livello di tensione che basterà la prima occasione per ribaltarlo.Come ai tempi in cui lei era nel Pd e combatteva i Dico?Peggio, questi anni hanno contribuito ad alzare le richieste più radicali. E aumentato il fiancheggiamento. Basta guardare la campagna del “Corriere della Sera” che sollecita ad andare oltre. Lo stesso Ignazio Marino parla da quelle colonne. Su questo faranno leva. Temo che il Pd assumerà le rivendicazioni più radicali come paradigma della modernità e della riforma. Invece di pensare alla riforma del lavoro, alle riforme economiche che non può fare. E così il campo delle riforme che si aprirà davanti a loro sarà quello dei “diritti civili”...Tra po’ bisognerà fare il punto sulle alleanze...Noi abbiamo bisogno di un soggetto politico nuovo, più coraggioso, più audace. Il Pd punta a parlare a una parte del Paese. Noi dobbiamo parlare e rappresentare l’altra: quella delle famiglie per cui finora abbiamo speso solo parole in libertà.Sembrerebbero punti di vista inconciliabili...La riflessione su questi temi rivela ancora una grande ambiguità nel Pd. Ma se si guarda al documento di Bindi sapendo che è il massimo della moderazione che il Pd può esprimere, emerge che nel momento in cui passa questa posizione subito si alzeranno in piedi Marino, Concia e altri per delegittimarla. Nel quadro attuale, il Pd guarda a sinistra. Poniamo che Fioroni e Bindi guardino con serietà all’Udc: la loro posizione verrà subito messa in discussione.E voi?Dopo tanto discutere è evidente che dobbiamo dare una risposta al 60 per cento di astensionisti smarriti. C’è bisogno di coraggio da parte di Casini, ma anche di una parte del Pdl: dobbiamo dare al Paese risposte diverse, dire che la famiglia occupa il centro del dibattito. I giovani, i talenti, il lavoro, la scuola...Si torna al tema del ruolo dei cattolici in politica...Non penso a un partito di cattolici, ma a un partito in cui il punto di vista dei cattolici non debba essere costantemente “limato”, per concedere il minimo possibile all’altra parte. È vero che per il Paese le esigenze sono altre. Ma loro non riescono a fare una riforma del lavoro e si rifugiano sui “diritti civili”...Casini finora non si è pronunciatoE io gli dico: c’è una marea di gente che aspetta. E’ tempo di mollare gli ormeggi.