L'hanno massacrato di botte: calci e pugni nell'addome fino a spappolargli fegato e reni, fratturargli la milza. Piangeva, Gabriel, e loro lo hanno picchiato per non farlo piangere più. Ne sono convinti gli inquirenti che indagano sulla morte di Gabriel, 17 mesi e che stamani hanno arrestato per concorso morale e materiale aggravato da futili motivi in danno di discendente la madre del piccolo, Elizabete Petersone, 20 anni, lettone, e il suo convivente, Paolo Arrigo, 24 anni, commerciante e titolare di un negozio di vernici a Imperia.I due sono sempre stati zitti: avvalendosi della facoltà di non rispondere, non hanno chiarito alcuna delle circostanze di questa morte. Ma la polizia è convinta che era consueto per i due picchiare Gabriel. Per tutti, un episodio di qualche tempo fa, quando Gabriel finì in ospedale con un braccino rotto. Sua madre disse che la frattura se l'era procurata cadendo dal letto che era senza sbarre laterali, ma la squadra mobile di Imperia, che s'interessò subito del caso, espresse già allora più di una perplessità.Il gip ha emesso le due ordinanze di custodia cautelare accogliendo le richieste del pubblico ministero Filippo Maffeo. Neppure davanti a contestazioni così gravi come quelle contenute nel titolo di reato Elizabete ha voluto parlare. Non collabora, così come non collabora il convivente della donna Paolo Arrigo. Le testimonianze raccolte dalla polizia parlano di una coppia giovane ma molto, molto nervosa. Litigavano spesso, a toni piuttosto accesi. Il piccolo Gabriel invece era "un bambino tranquillo, buono". Non l'hanno sentito piangere gli operatori del 118 quando la madre li ha chiamati dicendo "mio figlio ha difficoltà di respirazione". L' unica altra voce rimasta impressa nelle registrazioni era quella di Arrigo, che era presente in casa. I medici sono arrivati e hanno portato via Gabriel. Ma il piccolo che non riusciva più a respirare non ce l'ha fatta: è morto, il corpicino ricoperto di lividi, ridotto in una condizione che ha emozionato anche il medico legale incaricato dell'autopsia e che uscì dalla morgue dicendo: "È successa una cosa orribile".