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Milano. Neonato abbandonato in un androne. «Sua madre è morta, non posso occuparmene»

Simone Marcer giovedì 1 febbraio 2024

Il palazzo dove è stato ritrovato il piccolo

«Sua mamma è morta di parto, io non posso occuparmi di lui. Lo lascio insieme a voi finché non riesco ad aggiustare la mia vita. Sono qui vicino». Questo il messaggio, scritto in arabo su un foglio A4 al computer, con il quale un neonato di un mese è stato abbandonato sulla soglia di casa di Gamal G. 54 anni, egiziano, che vive nelle case popolari di via degli Apuli, quartiere Giambellino di Milano, con la moglie e quattro figli.

Questo pomeriggio alle 16.20, Gamal se l’è trovato sotto gli occhi, tranquillo e silenzioso, che lo fissava, avvolto in un triplice giro di coperte, con una cuffietta color rosa. Niente culla, né cesta o altro; il neonato era stato appoggiato direttamente sul pavimento davanti alla porta di casa al piano terra del caseggiato. «Vedevo solo una parte del viso che spuntava fuori dalle coperte. Nient’altro, ma si vedeva che stava bene, era tranquillo».

Quando il 53enne ha sollevato il fagotto di coperte con il piccolo, sul pavimento ha trovato il biglietto. Sullo stesso foglio c’è anche un nome: Karas. Forse è così che si chiama il bambino. Gamal era uscito di casa venti minuti prima per una commissione, ed è in quell’arco di tempo che il piccolo è stato depositato davanti alla soglie e abbandonato: tra le 16 e le 16.20 del pomeriggio. Una fortuna che il bimbo sia rimasto esposto al freddo (sia pure dentro una scala interna) per così poco tempo. «Non mi conoscete», ha scritto ancora nel messaggio. Ma è anche vero che il padre di Karas, nel lasciare suo figlio, sapeva almeno di poter contare su una persona di buon cuore.

«Ho chiamato subito il 112, mi hanno detto che sarebbero arrivati in cinque minuti, e cinque minuti dopo sono arrivati, prima l’ambulanza che ha curato il bambino e subito l’auto dei carabinieri», prosegue il suo racconto. Gamal tuttavia ha detto di non conoscere nessuno in zona con un passeggino e neonato, né di sapere di una donna morta di parto. Lui, Gamal vive con moglie, tre figlie di 19, 17 e 8 anni e un figlio di 10 anni, al pianterreno della scala H di uno dei casermoni tra il Giambellino e Lorenteggio, negli anni del boom economico quartieri resi famosi dai racconti di Testori, ora perlopiù ricordati come strade per andare in tangenziale o all’Ikea di Lorenteggio.

Il padre di Karas, ammesso che si chiami così, dato che la traduzione l’ha fornita lì per lì lo stesso uomo che ha trovato il neonato e manca ancora la versione tradotta dagli interpreti, rischia ora una denuncia per abbandono di minore.

I carabinieri del comando provinciale di Milano sono al lavoro per rintracciare il genitore, sia sentendo i condomini dello stabile, che esaminando le telecamere della zona.

L’androne di uno stabile popolare è però certamente meno sorvegliato dell’ospedale di Aprilia (Latina) dove meno di una settimana fa una donna è stata ripresa dalle telecamere mentre abbandonava un bambino di sei mesi, su un passeggino al pronto soccorso. Controlli anche sugli ospedali cittadini per verificare casi di morte per parto nelle ultime settimane. Il bambino è stato portato nella clinica pediatrica De Marchi. Sta bene, hanno confermato i medici. Dall'ospedale Policlinico, di cui la De Marchi fa parte, è stata fatta una segnalazione al pm come sempre nei casi di bambini abbandonati e la tutela legale del piccolo è stata affidata al Tribunale dei minorenni.

Dal 2012 questo è il quarto bimbo lasciato dai genitori che arriva al Policlinico, ma il primo abbandonato altrove. Nei primi tre casi - l'ultimo Enea nel giorno di Pasqua l'anno scorso - si trattava di bimbi lasciati nella culla della vita.