Attualità

Bimba abbandonata a Firenze. «Modello Careggi, culle termiche in tutta Italia»

sabato 3 gennaio 2015
Attenderà ancora qualche giorno il tribunale dei minori di Firenze prima di avviare le pratiche per l'affidamento della neonata lasciata, all'ospedale fiorentino di Careggi, nella culla termica per bimbi non desiderati. Si vuole, infatti, lasciare del tempo alla madre, nel caso in cui ci ripensi e voglia riconoscerla. La bambina pesa un chilo e 700 grammi, la sua è stata una nascita prematura. Una situazione che, spiega la presidente del Tribunale dei minori di Firenze, Laura Laera "potrebbe aver influito sulla scelta della madre, che magari non ha avuto modo o tempo per prepararsi all'impegno della maternità o per cercare assistenza nei servizi sociali". Se il ripensamento non ci sarà saranno aperte le procedure di affidamento. Nell'ultimo mese in Toscana sono sette i neonati non riconosciuti dai genitori - contro una media di una trentina all'anno, anche se solo quella trovata ieri mattina a Careggi è stata lasciata nella culla termica. Negli altri casi le madri hanno partorito in ospedale in anonimato e poi non hanno riconosciuto il figlio, come consentito dal progetto "Mamma segreta". La vicenda ha fatto riflettere molti. E il sottosegretario all'Istruzione, Gabriele Toccafondi, propone di estendere il modello Careggi e farlo conoscere, realizzando quante più possibili "culle per bambini non desiderati", per "diffondere una cultura della vita contro quella che anche Papa Francesco chiama 'cultura dello scartò". "Per chi ha a cuore la vita - dice anche Toccafondi - il 2015 a Firenze si è aperto con una buona notizia: una bambina è stata data alla luce grazie a dei genitori che, nonostante il gesto drammatico di non tenere il bambino, hanno scelto di farla nascere, rifiutando l'aborto. Quanto accaduto qui dovrebbe essere portato ad esempio e fatto conoscere in tutta Italia. E tutti gli italiani devono sapere che c'è una possibilità di far nascere e crescere un bambino anche se i genitori non desiderano o non hanno la possibilità di crescerlo. È una lezione che andrebbe meditata seriamente e che dovrebbe riguardare tutto il dibattito spesso sterile e ideologico che si accende in questo Paese non appena si parla del tema della vita. Sono certo che promuovendo progetti positivi come questo, si riuscirà a combattere la piaga dell'aborto, che, comunque la si pensi, è sempre un dramma e una sconfitta per tutti".