A distanza di un anno e mezzo dalla “Primavera araba”, sono ancora 18mila i profughi accolti in strutture "d'emergenza", come per esempio gli hotel. «La preoccupazione è alta» afferma Flavio Zanonato, sindaco di Padova e delegato Anci per l'immigrazione, intervenuto oggi a Milano durante la presentazione del rapporto annuale Sprar, il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. «L'emergenza nord Africa, affrontata senza una programmazione ferma e puntuale degli interventi in favore dei percorsi di integrazione, si è ormai irrimediabilmente cronicizzata e rischia di trasformarsi in una reale emergenza sociale con cui i comuni dovranno in qualche misura confrontarsi - aggiunge Zannonato ricordando che lo “stato di emergenza” cesserà ufficialmente il 31 dicembre -. E non si conosce il futuro di queste persone».Con poco meno di 4mila posti di accoglienza (3.979, di cui 979 posti “straordinari”) nel biennio 2011-2012 la rete dello Sprar ha accolto risposto a 37.350 persone in cerca di protezione nel nostro Paese (il 208% in più rispetto al 2010). Nel 76% dei casi le domande sono state presentate da migranti giunti a seguito delle sommosse e dei conflitti nel Nord Africa. «Crediamo sia doveroso trarre insegnamenti dall'esperienza di questo ultimo anno e mezzo - afferma la direttrice del Servizio centrale dello Sprar Daniela Di Capua - Dobbiamo in particolare arrivare a condividere tutti - istituzioni centrale e locali, realtà non governative, enti di tutela, operatrici e operatori sul campo - che l'accoglienza non deve essere mai più improvvisata, sia in termini di attivazione di competenze non specifiche, sia in termini di programmazione, progettazione e acquisizione di linee guida e standard comuni di intervento».La rete di centri d'accoglienza tessuta da Ministero dell'Interno insieme ad Anci e gestori del terzo settore (oltre 200) attraversa 128 enti locali in 19 regioni (è esclusa solo la Valle d'Aosta). È il Lazio la Regione dove sono stati attivati il maggior numero di progetti per adulti con il Fnpsa. Il 26,2 per cento dei 7598 beneficiari (il 10,8% in più rispetto al 2010) è stato nei centri laziali, seguiti nella classifica da quelli della Sicilia (11,3%) e della Puglia (8%). Se si allarga il conteggio anche ai posti attivati con la Protezione civile, la Lombardia arriva al secondo posto, con il 16,3%: otto beneficiari su dieci sono stati uomini, soprattutto provenienti da Somalia, Afghanistan, Eritrea, Nigeria e Costa d’Avorio. Hanno soprattutto un'età compresa tra i 18 e i 35 anni (il 72%) e tre quarti sono entrati in Italia senza la famiglia.Tra gli ospiti del sistema Sprar, sono 5.478 (il 72%) quelli che hanno già in mano una forma di protezione, soprattutto sussidiaria, con validità di tre anni (l'ha avuta il 38% degli ospiti). Il 18% ha visto riconosciuto l'asilo politico mentre il 16% (un aumento di tre punti rispetto allo scorso anno) ha ottenuto un permesso per motivi umanitari. Il trend generale, quindi, registra un miglioramento rispetto al 2004, quando solo il 20% degli ospiti aveva già in mano un documento. Ora la percentuale si è quasi ribaltata: i richiedenti protezione internazionale sono il 20%.I dati della conclusione del soggiorno negli Sprar dicono che nel 37% dei casi il percorso si chiude con l'integrazione del migrante, mentre nel 30% dei casi l'interruzione è per volere del beneficiario. Tra chi non ha concluso il percorso, la minima parte (l'1%) ha subito un rimpatrio volontario, mentre il 4% viene allontanato dal percorso e il 28% non ha avuto abbastanza tempo. Tra i posti dello Sprar, 147 sono destinati ai minori non accompagnati. Il progetto Msnara (Minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo) è stato arricchito nel 2011 con altri 85 posti, che hanno portato il totale disponibile a 232. Sono passati dai centri per minori 312 ragazzi nel 2011 (il 97 per cento è di sesso maschile) e fra questi, quattro su dieci hanno 17 anni e un quarto ne ha sedici. La provenienza è soprattutto dall'Afghanistan (35,6 per cento), Mali (9 per cento), Costa d’Avorio (8,3 per cento) e Nigeria (5,4 per cento).
A quanto evidenzia il rapporto Sprar, l'Italia accoglie più del resto dell'Unione europea. Sulle 25.600 istanze arrivate alle istituzioni di Roma, infatti, il 60% ha ricevuto una forma di protezione. Al contrario di quanto accade negli altri 26 Paesi, dove sulle 365.614 decisioni prese dalle diverse Commissioni territoriali, solo il 24% ha avuto esito positivo. Delle 301mila domande arrivate all'Europa dei 27, in aumento del 17% rispetto al 2010, oltre il 50% è stata indirizzata a Francia, Italia e Germania.