Ottocentotrenta milioni di euro: è il 'rosso' previsto per il 2009 per la gestione rifiuti in Campania. E l’emergenza 'monnezza' diventa emergenza soldi. Da tirare fuori. Ma non ci sono. A lanciare l’allarme è Guido Bertolaso, capo della Protezione civile e sottosegretario all’emergenza rifiuti in Campania, nella 'Prima relazione al Parlamento', inviata alle Camere negli scorsi giorni e che Avvenire può anticipare. «La differenza tra entrate e uscite prevista nel 2009 – scrive Bertolaso – è imponente e di assoluta gravità». E, aggiunge, «la carenza di risorse costituisce, al momento, il maggiore impedimento al completamento degli interventi posti in essere per il definitivo superamento della situazione emergenziale in atto». Questa carenza, avverte paventendo una nuova crisi, «rappresenta un ostacolo al regolare svolgimento del servizio di smaltimento dei rifiuti per l’anno 2009». A pesare di più sono i debiti delle precedenti gestioni commissariali e, ancora di più, le cifre da versare per i contenziosi davanti a varie autorità giudiziarie, più di duemila giudizi pendenti. In tutto quasi un miliardo e 690 milioni di euro a fronte di entrate previste per appena 382 milioni di euro. Una vera e propria voragine. E anche se si riuscisse ad pagare solo il 50% del contenzioso, il disavanzo a fine anno sarebbe, appunto, di ben 830 milioni di euro. Anche qui le parole della Relazione sono chiarissime. «In conclusione, si può affermare che molto è stato fatto, ma ancora impegnativo e gravoso è il lavo- ro da fare per il raggiungimento degli obiettivi prefissati stante l’attuale scarsa disponibilità finanziaria. Infatti – prosegue il sottosegretario –, con le entrate da varie fonti riscosse nel secondo semestre del 2008 ammontanti a 170.088.472,42 euro, abbiamo potuto effettuare pagamenti per 105.730.176,60 euro. Con la disponibilità di cassa al 31.12.2008 e confidando sulle entrate derivanti da crediti maturati sulla tariffa smaltimento rifiuti, accertate ma non ancora riscosse, considerata la notevole mole di contenzioso ancora in essere, se non ci fossero ulteriori trasferimenti statali si dovranno prevedere situazioni di grave criticità». E qui viene la frase chiave che, come a sottolinearne la gravità, Bertolaso scrive il neretto: «Si è stimato che, se si dovesse far fronte anche all’ottemperenza delle sentenze passate in giudicato, con un petitum stimato solo al 50%, ci sarebbe un disavanzo di cassa previsto per euro 830.109.653,44». Il fronte dei contenziosi (che riguardano soprattutto le imprese) è enorme e c’è veramente di tutto: Tribunale civile, Tar, Sezione lavoro, Collegio arbitrale, Corte d’Appello Civile, Tribunale Penale, Giudice di Pace. E si arriva, appunto, alla cifra di più di 1 miliardo e 164 milioni di euro. Per difetto. Infatti, si legge ancora, «risultano, inoltre, complessivamente 69 giudizi a valore indeterminato. Occorre tener conto, inoltre, delle ulteriori somme da corrispondere a titolo di interessi legali, interessi di mora e spese legali». E proprio per queste ultime, peraltro, si stanno operando grossi risparmi utilizzando personale interno alla struttura. «Occorre evidenziare – scrive Bertolaso – la positività dei risultati finora conseguiti, sotto il profilo del risparmio di pubblico denaro ». È un’evidente critica alle passate gestioni commissariali. «Le note spese e diritti per gli avvocati del libero foro, per tali cause, recavano mediamente una spesa di circa 500 euro per lite che, moltiplicato per 2.000 giudizi pendenti, avrebbe comportato uscite pari a 1.000.000 di euro solo per il primo grado di giudizio». Soldi ora risparmiati. Notizie negative, invece, sul fronte delle entrate. In particolare per le tariffe di smaltimento dei rifiuti che i comuni dovrebbero versare alla struttura commissariale per l’attività svolta. Di fronte alla perdurante morosità dei comuni, la legge n.21 del 27 gennaio 2006 e poi anche l’ordinanza n. 3657 del 20 febbraio 2008, prevedono che quanto dovuto sia prelevato dalle somme attribuite dal ministero dell’Interno ai comuni a titolo di trasferimenti erariali. E questo si è fatto, incassando circa 23 milioni di euro. Facendo scattare i ricorsi. «Tale ordinanza – scrive ancora Bertolaso – è stata oggetto di impugnativa davanti al Tar del Lazio da parte di alcuni comuni che ne chiedono l’annullamento, previa sospensiva. Il giudizio risulta tutt’ora pendente nel merito anche se la richiesta di sospensiva è già stata rigettata dal Tar». Duro il commento del sottosegretario. «Appaiono del tutto illogiche e contraddittorie le doglianze dei comuni in merito all’illegittimità della riduzione dei trasferimenti erariali che priverebbe gli enti locali delle risorse finanziarie necessarie per l’espletamento delle proprie funzioni pubbliche. Ciò in quanto – sottolinea Bertolaso – esse costituiscono il corrispettivo dovuto per lo smaltimento dei rifiuti presso gli impianti di selezione regionale per l’esercizio di una attività pubblica». E comunque «la riscossione avviene dilazionata nel tempo mediante la riscossione di rate quadrimestrali, anche al fine di evitare alle amministrazioni situazioni deficitarie di cassa». Anche perché a fronte di crediti dei comuni per più di 223 milioni di euro, i «versamenti spontanei» sono stati di appena 16 milioni. Quindi, avverte Bertolaso, «nei confronti dei comuni inadempienti si continuerà ad operare fino alla completa estinzione del loro debito ». Non basterà per coprire il 'rosso' ma almeno ci si prova.