La partita è grande e per Pier Luigi Bersani è anche una battaglia personale. Ne va della sua segreteria. Il leader democratico si spende fino all’ultimo minuto per una campagna elettorale che vale due città e due ballottaggi. L’asticella è stata fissata dallo stesso segretario. Il Pd potrà dire di avercela fatta «se ci sarà un’inversione di tendenza rispetto alle ultime elezioni». Che in sostanza significa vincere «a Bologna e Torino al primo turno» (storiche roccaforti della sinistra) e andare «al ballottaggio a Milano e Napoli». Ma la vera novità per il centrosinistra arriva in serata con l’intervento a sorpresa di Romano Prodi nella «sua» Bologna. Nel dare il proprio sostegno alla candidatura di Virgilio Merola, il Professore attacca Berlusconi. «La volgarità è diventata la sua bandiera» dice, chiedendo al «suo» popolo di non lasciarsi «sopraffare dalla paura». Per il resto della giornata la scena era toccata al leader Pd, Bersani, pronto a incitare gli elettori, puntando soprattutto sui «moderati delusi», a quegli elettori del centrodestra «che sono un po’ scossi, ammaccati, che hanno avuto una delusione».È poi al suo popolo che si rivolge il leader democratico. «In ogni città – arringa – c’è una buona ragione per votare Pd. Si tratta di dare un segnale, di poter dire smettiamo di occuparci dei problemi suoi, ma occupiamoci dei problemi seri. Dopo una vittoria del centrosinistra lunedì vorrei poter dire questo». Piuttosto dopo lunedì, in caso di vittoria, Bersani assicura che «non chiederemo la spallata ». Il leader democratico, quindi, riempie di contenuti anche i capitoli di cui vorrebbe occuparsi dopo le amministrative. Conti pubblici e lavoro al primo posto. «A questi ritmi non c’è prospettiva per l’occupazione e per la piccola impresa». Da lunedì l’agenda del Pd potrebbe essere incentrata sulla «disoccupazione giovanile» e la «condizione della precarietà». La riforma fiscale, spiega, «significa dire che a parità di pressione fiscale si alleggerisce il lavoro, l’impresa che da lavoro e si carica sulla rendita immobiliare e finanziaria e si carica sul serio sull’evasione fiscale».Ancora, in giro per il Paese, il segretario del Pd invita a «sobrietà, onestà, rigore e semplicità: c’è una richiesta fortissima in questo senso e io voglio che il mio partito e io stesso corrispondiamo fino in fondo a queste richieste. La gente ha bisogno di una politica normale che guardi all’altezza degli occhi dei cittadini, che mostri più sobrietà, assoluta correttezza e onestà». Insomma, dice, «effetti speciali, miracoli, cricche, sono cose che stanno veramente tramontando». Concorda il suo vice Enrico Letta, che, in tempo di crisi, e in un’Europa che non registra ancora un’inversione di tendenza per l’Italia, dice: «C’è bisogno di politiche diverse, orientate alla crescita. C’è bisogno di un altro governo. Nel settore privato un amministratore delegato che portasse agli azionisti i dati odierni sarebbe licenziato. E senza stock option. Ci aspettiamo che gli elettori facciano lo stesso».