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POLITICA E RIFORME. Berlusconi: «Cambiare la Carta per avere vera democrazia»

venerdì 8 aprile 2011
L'Italia sarà una democrazia compiuta solo quando verrà modificata la Costituzione, frutto del post fascismo e dunque troppo limitante per l'esecutivo. Lo ha detto stamani il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intervenendo a una cerimonia per la premiazione di neo laureati. «Abbiamo una maggioranza più esile nel numero, ma assolutamente più coesa» e quindi porteremo a casa le riforme, a cominciare da quella della giustizia, ha continuato il premier. «Mi sono ritrovato una maggioranza di coalizione e c'erano alcuni partiti che, per esempio per quanto riguarda la riforma della giustizia, ogni volta stavano dalla parte dei privilegi dei giudici», ha affermato Berlusconi riferendosi a Fini e Casini. «Ora finalmente - ha aggiunto - mi trovo di fronte due anni con una maggioranza più esile nel numero, ma assolutamente coesa nella voglia di approvare questa importantissima e indispensabile riforma della giustizia. Insieme alla riforma della giustizia lavoreremo anche alla riforma dell'architettura istituzionale».BERLUSCONI, POLITICA? VOLEVO CAMBIARE TUTTO,QUANTE ILLUSIONI«Quando scesi in politica dissi "qua bisogna cambiare tutto", e mi facevo tante illusioni, dicevo di voler prendere la responsaiblità del governo, tutti mi prendevano poco sul serio, ma due mesi dopo mi sono trovato presidente del Consiglio». Così Silvio Berlusconi, ha ricordato i primi passi in politica, ai giovani vincitori del progetto Campus mentis, cerimonia che viene ospitata nel cortile d'onore di Palazzo Chigi.BERLUSCONI, CAMBIARE CARTA PER AVERE VERA DEMOCRAZIA«Per arrivare a un Paese che sia una vera democrazia, dobbiamo cambiare l'architettura istituzionale». Lo dichiara il premier Silvio Berlusconi, presenziando alla premiazione dei vincitori del progetto Campus mentis a Palazzo Chigi. «Insieme alla riforma della giustizia lavoreremo anche alla riforma dell'architettura istituzionale che risente del fatto che i padri della Costituzione, venendo dal periodo fascista, non vollero che si potesse ripetere un pericolo come quello passato e quindi negarono ogni potere al governo e divisero il potere fra il capo dello Stato, la Corte costituzionale e le assemblea e questo ha portato a che il governo possa al massimo suggerire dei provvedimenti alle Camere, che cominciano a dibatterle nelle commissioni, nell'Aula poi nell'altra Camera, poi di nuovo in Commissione, il tutto deve piacere al capo dello Stato», ha detto Berlusconi. Insomma, ha aggiunto, un provvedimento che magari quando era uscito dal Cdm era «purosangue, quando viene approvato se va bene si tratta di un ippopotamo: se questa legge non piace ai pm, ai procuratori della Repubblica di sinistra la impugnano davanti alla Corte costituzionale che essendo composta da 11 persone che provengono dall'area della sinistra e da quattro che provengono dall'area di centrodestra, la abroga. Quindi - ha proseguito il presidente del Consiglio - il popolo vota, il Parlamento lavora, discute ma non succede niente questo è dovuto al fatto che noi abbiamo questa architettura istituzionale per arrivare a un paese che sia una vera democrazie dobbiamo cambiare l'architettura istituzionale quindi una riforma della Costituzione».