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LA POLEMICA. Ppe, «silenzio» sull'Italia dopo il caso Daul

mercoledì 16 gennaio 2013
«È semplicemente uno dei 14 vicepresidenti del Ppe, evidentemente ha delle sue mire personali». Silvio Berlusconi ha risposto così alle critiche di Joseph Daul, capogruppo del Partito popolare europeo a Strasburgo, che ieri ha indicato come candidato del Ppe Mario Monti.Il Ppe, il principale gruppo politico dell'assemblea di Strasburgo dal 1999, è composto dalle ultime elezioni del 2009 da 265 eurodeputati (su 754) guidati dal francese Joseph Daul. Se all'inizio della legislatura l'Italia partecipava con 2 delegazioni e 4 partiti (Pdl, Udc, Udeur e Svp), per 34 europarlamentari. Con le «scissioni» del Pdl si sono aggiunti Fratelli d'Italia, Grande Sud, Fli. C'è poi la Lista Monti, a cui ha già aderito, dimettendosi da capodelegazione Pdl e candidandosi al Senato in Lombardia, Mario Mauro.Sergio Silvestris, vice capogruppo del Pdl a Bruxelles fa sapere: «Daul ha chiarito di non aver dichiarato quanto riportato dalle televisioni italiane, nè tantomeno di aver espresso indicazioni in favore di Monti». La vicenda ha comunque solleticato la vena polemica dei diversi schieramenti. «Non è un bello spettacolo presentarsi in Italia senza dire con chi si sta in Europa, a maggior ragione se ci si chiama Mario Monti», è stato il commento del capogruppo del Pd al Parlamento europeo, David Sassoli. Mario Monti, secondo indiscrezioni, avrebbe telefonato a Daul per dirgli di non aver gradito le sue dichiarazioni in quanto non auspicherebbe di essere il candidato di una sola parte politica.Silenzio assoluto di Joseph Daul. Il capogruppo del Ppe al Parlamento europeo «non vuole più fare commenti sulla campagna elettorale italiana, perché ciò alimenterebbe un dibattito sterile», ha riferito il capo ufficio stampa del gruppo parlamentare, lo spagnolo Pedro Lopez de Pablo.