LA CRISI DI GOVERNO /1. Si dimettono i ministri del Pdl Letta: ora si va in Parlamento
"I ministri del Pdl rassegnano le proprie dimissioni", ha detto il vice presidente del Consiglio e ministro dell'Interno del Pdl Angelino Alfano in risposta a una nota in cui Berlusconi invitava i propri rappresentanti a lasciare l'esecutivo.
L'ex premier ha spiegato di voler protestare contro la mancata approvazione del decreto che avrebbe sospeso l'aumento dell'imposta sui consumi definita una "ulteriore odiosa vessazione imposta dalla sinistra agli italiani". Il Cavaliere ha accusato Letta di "una grave violazione dei patti" che costringerebbe il Pdl "a violare gli impegni presi con gli elettori durante la campagna elettorale". "Per queste ragioni, l'ultimatum lanciato dal premier e dal Partito democratico agli alleati di governo sulla pelle degli italiani, appare irricevibile e inaccettabile", ha detto ancora Berlusconi, che domani compie 77 anni.
Letta, che è in stretto contatto con il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha fatto sapere in serata di volere un chiarimento con il Pdl in Parlamento. Una fonte a lui vicina spiega che le modalità saranno concordate con il Quirinale e che "non necessariamente" si tratterà di un voto di fiducia.Se la verifica fosse negativa, spetterebbe a Napolitano decidere se cercare di formare un nuovo governo o indire le elezioni. Napolitano si è più volte espresso contro il voto anticipato, ma con un Parlamento fortemente frazionato appare improbabile trovare una maggioranza che abbia la forza di durare più di qualche mese.LETTA: ITALIANI NON ABBOCCATE ALLE BUGIE DI BERLUSCONI"Berlusconi per cercare di giustificare il gesto folle e irresponsabile di oggi, tutto finalizzato esclusivamente a coprire le sue vicende personali, tenta di rovesciare la frittata utilizzando l'alibi dell'Iva. La responsabilità dell'aumento dell'Iva è invece proprio di Berlusconi e della sua decisione di far dimettere i propri parlamentari mercoledì, fatto senza precedenti, che priva il Parlamento e la maggioranza della certezza necessaria perassumere provvedimenti che vanno poi convertiti". È il l'accusa che Enrico Letta affida a una nota diffusa daPalazzo Chigi. "Per questo, ieri - puntualizza - si era deciso di andare al chiarimento parlamentare e si era concordemente stabilito di posporre a dopo il voto in Parlamento i provvedimenti economici necessari. Gli italiani - conclude il presidente del Consiglio - sapranno rimandare al mittente una bugia così macroscopica e un simile tentativo di totale stravolgimento della realtà. In Parlamento ognuno si assumerà le proprie responsabilità dinnanzi al Paese".