Ieri Berlusconi, con chi l’ha sentito, aveva qualche motivo per rallegrarsi: «L’intesa c’è, Angelino ha fatto un gran lavoro, a me e Umberto, lunedì sera, non resta che chiudere». È soprattutto il ruolo dell’ex Guardasigilli a soddisfarlo: ieri mattina Alfano ha incontrato Calderoli per sanare la ferita dei piccoli Comuni, poi ha rassicurato l’Anci sui tagli agli enti locali, in serata si è fermato a lungo, nell’ambito di una festa del Carroccio, con il ministro della Semplificazione, con Maroni e con il deputato Pdl più vicino a Tremonti, Giorgio Jannone. Un lavoro a tutto campo che per il premier riequilibra i rapporti con la Lega, riduce il potere di veto del Tesoro e permette a lui di lasciare il doppio ruolo di terminale dei mal di pancia azzurri e mediatore che deve ogni volta salvare l’esecutivo.Non è un caso che lunedì sera, ad Arcore, arriveranno anche Alfano, Gasparri e Cicchitto in rappresentanza del Pdl. E sarà in condizioni di «parità» che si scriverà, di fatto, il corpus delle modifiche di maggioranza al decreto. Facendo leva anche su Maroni, il cui pressing interno alla Lega per salvare gli enti locali ha costretto il suo partito ad allentare i diktat dei primi giorni. «Non c’è dubbio, lunedì Silvio e Umberto chiudono, e il governo va avanti», ha rassicurato il ministro dell’Interno da Rimini. «L’accordo di maggioranza c’è, alla faccia di chi ci vuole male», rilancia in serata Calderoli. Sembra infatti a un passo il «si» all’aumento Iva, mentre la fessurina aperta sulle pensioni (la novità dell’ultimora è un "bonus" per chi rimane al lavoro una volta raggiunti i requisiti di anzianità, mentre ancora si parla dell’anticipo di un anno, dal 2016 al 2015, della norma che alza a 65 anni l’età pensionabile delle donne nel privato) viene chiusa in serata sia da Alfano sia da Maroni. Sul fronte Pdl si parla anche di dismissioni delle partecipazioni statali (Eni, Enel, Finmeccanica, Poste...), ma l’impressione è che Alfano metta in piedi diverse ipotesi con lo scopo di portare a casa il capitolo-Iva. Ma con un patto già siglato con il Carroccio: di pensioni si riparlerà non appena la manovra sarà licenziata dalle Camere. Procede invece su un terreno neutro l’emendamento-Calderoli sulla «patrimoniale contro gli evasori»: i contorni non sono noti, ma non ci sono chiusure a prescindere.Lunedì sera, ad Arcore, dovrebbe esserci anche Tremonti, reduce da diversi giorni di silenzio. Oggi il ministro dell’Economia è atteso al meeting di Cl. Cercherà di scansare le insidie del dibattito attuale e, sulla scia di Napolitano, farà un «discorso alto» sul «dovere della responsabilità». Nei suoi pensieri ci sono le crescenti difficoltà della Germania. «La bufera non è passata», dice ai suoi. E allora, ogni eventuale chiarimento interno va rinviato. Tutte le attenzioni su lunedì dunque. Bersani già scalda i motori: «Siamo sempre appesi ad Arcore, all’ora X. Non mi aspetto nulla di buona, spero di più nelle Camere... Ci attendono due settimane di combattimento, guai a chi tocca le pensioni di reversibilità».