Attualità

Inchiesta di Trani. Napolitano in campo: rispetto tra le istituzioni

Angelo Picariello giovedì 18 marzo 2010
«Rispetto per l’autonomia delle indagini e le ispezioni». Sono le 14 e 36, Giorgio Napolitano è già partito per la visita di due giorni in Siria quando arriva alle agenzie il flash del suo intervento. Che era atteso, per provare a mettere un freno all’ennesimo, dirompente, scontro istituzionale fra politica e magistratura sui fatti di Trani. Nel pieno di una campagna elettorale, peraltro, già gravata dalla contesa sulle liste, che già aveva avvelenato di suo, il clima fra maggioranza e giudici.Il presidente del Senato Renato Schifani per prima cosa, ieri, si era fatto portare tutto il dossier sul caso-Trani, poi - al pari di Gianfranco Fini - si era sentito con Napolitano, per cercare una linea condivisa in grado di raffreddare il clima politico-istituzionale. Ma il Capo dello Stato si era ripetutamente sentito anche con Nicola Mancino, suo vice al Csm, e non è un caso che la nota del numero due di palazzo dei Marescialli poco dopo le 11, per toni e contenuti, anticipava quella del primo pomeriggio del Quirinale: quando il presidente della Repubblica richiamava le istituzioni al rispetto reciproco, affermando che «è altamente auspicabile che in un periodo di particolari tensioni politiche qual è quello della campagna per le elezioni regionali, si evitino drammatizzazioni e contrapposizioni, come sempre fuorvianti, sul piano istituzionale». E aggiungeva che «vanno rispettate - in tutti i casi, compreso quello oggi all’attenzione dell’opinione pubblica - l’autonomia delle indagini e l’autonomia degli interventi ispettivi disposti dal Ministro della Giustizia nei limiti dei suoi poteri». E dunque, «come recita lo stesso regolamento del Csm», quest’ultimo può esaminare «le relazioni conclusive delle inchieste amministrative eseguite dall’Ispettorato generale presso il Ministero della Giustizia, e non pronunciarsi preventivamente sullo svolgimento di dette inchieste» e a loro volta le ispezioni ministeriali «non possono interferire nell’attività di indagine di qualsiasi Procura, esistendo nell’ordinamento i rimedi opportuni nei confronti di eventuali violazioni compiute dai magistrati titolari dei procedimenti».L’intervento ottiene il mezzo miracolo di mettere d’accordo tutti: maggioranza e opposizione, via Arenula e Palazzo dei Marescialli. Quando il consigliere per la comunicazione Pasquale Cascella gli passa le prime agenzie, alle 16 e 30, appena sbarcato a Damasco, Napolitano tira un primo sospiro di sollievo. L’altro, intorno alle 19, quando, terminato il giro alla Moschea Omaide e al Palazzo Azem, c’è di nuovo un quarto d’ora per rituffarsi nelle vicende italiane, finalmente un po’ più rasserenate. Ma forse è solo una tregua.