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MILANO. «Berlusconi sta meglio» Domani l'uscita dall'ospedale

lunedì 14 dicembre 2009
Silvio Berlusconi ha trascorso la notte meglio di quella precedente. E poi ha parlato, anche se solo attraverso un messaggio pubblicato sul sito del Pdl: «Grazie di cuore ai tantissimi che mi hanno mandato messaggi di vicinanza e di affetto. Ripeto a tutti di stare sereni e sicuri. L'amore vince sempre sull'invidia e sull'odio». Il premier durante la giornata sarà sottoposto ad altre visite mediche. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, in collegamento telefonico da Milano con il Tg1 ha riferito sulle condizioni di salute del presidente del Consiglio. Altre aggressioni. All'intervistatrice che gli chiede se non abbia «paura di altre aggressioni» Bonaiuti risponde: «Certo, tutti noi temiamo proprio questo e glielo abbiamo detto altre volte, però togliere a Berlusconi il contatto con la gente, questo contatto umano che lo rende irripetibile rispetto ad altri vecchi leader politici sarebbe impossibile, non avremmo più il Berlusconi leone combattente che è sempre stato». «È la chiave del suo successo personale e del suo carisma», aggiunge Bonaiuti. «Sarà quindi una lotta titanica tra chi cercherà di dirgli "attento, prudenza", e lui che invece cercherà sempre di parlare con tutti e di dare attenzione a tutti». Il presidente ha ripreso a lavorare? Viene chiesto a Bonaiuti. «Anche questo è un problema perchè tenere lontano dal lavoro Berlusconi è un qualcosa di estremamente difficoltoso, è come quando arrivano le visite e si cerca di limitarle: lui vorrebbe vedere tutti e salutare tutti. Con il lavoro è uguale: lui ha vissuto tutta la vita lavorando, è un lavoratore nato, quindi togliergli la possibilità di lavorare significa togliergli qualche cosa che gli sta molto a cuore». Dimissioni mercoledì dall'ospedale. Successivamente l'ospedale San Raffaele ha comunicato il nuovo bollettino medico sulle condizioni di salute del premier. Berlusconi dovrebbe essere dimesso domani pomeriggio, «con la raccomandazione di astenersi da impegnative attività pubbliche per almeno due settimane». Lo ha detto il medico personale del presidente del Consiglio, Alberto Zangrillo che ha poi letto la nota dell'spedale: «Le condizioni cliniche non destano preoccupazioni. Permangono i problemi legati alla sintomatologia dolorosa dovuta agli esiti del trauma subito, e in particolare alla riacutizzazione della cervicalgia che nei mesi precedenti aveva afflitto il presidente in più di una circostanza. La dimissione dall’ospedale - conclude la nota - è prevista per la giornata di domani con la raccomandazione di astenersi da impegnative attività pubbliche per almeno due settimane».«Il suo umore è preoccupante perchè è sempre piuttosto abbacchiato ma dà segni di ripresa» ha poi aggiunto Zangrillo. «È sereno per il ripristino della condizione fisica - ha spiegato ancora il medico- ma ha una coda di profonda amarezza per quanto è capitato e per alcune cose successive». Zangrillo ha anche specificato che è stato «appesantito il programma analgesico», cioè sono state aumentate le prescrizioni di antidolorifici dato il dolore persistente che affligge il premier in seguito alla ferita riportata. Il medico personale di Berlusconi ha anche specificato che il premier «mangia regolarmente, anche se con fatica», e che sul viso di Berlusconi «non rimarranno cicatrici».Cartelli e striscioni. Sono numerosi i cartelli e gli striscioni che, all'esterno dell'ospedale, esprimono solidarietà al presidente del Consiglio. Sui cancelli dell'ingresso principale della struttura è stato appeso un grande striscione con scritto: «Forza presidente», firmato dalla Curva sud del Milan. Numerosi i cartelli, tra cui uno che recita: «La mia famiglia crede in te, presidente non darla vinta a quei balordi». Le scuse dell'aggressore. Ha espresso il suo "sentito" dispiacere al premier per "un atto superficiale, vigliacco ed inconsulto" Massimo Tartaglia, l'uomo arrestato per aver colpito al volto Silvio Berlusconi con un souvenir del Duomo. E le sue scuse le ha messe nero su bianco in una lettera che ieri, tramite i suoi legali, ha inviato al Presidente del Consiglio. Tartaglia, che ha anche scritto che lui in quel gesto non si riconosce, durante l'interrogatorio davanti al procuratore aggiunto Armando Spataro, come hanno reso noto i suoi difensori, gli avvocati Daniela Insalaco e Gian Marco Rubino. E ha ammesso le proprie responsabilità: "ha dichiarato di aver agito da solo" e ha escluso "qualsiasi militanza o appartenenza politica".Da quanto è trapelato, a inquirenti e investigatori avrebbe confessato:'"Quando l'ho visto avvicinarsi alle transenne, mi è venuto il sangue al cervello". Tartaglia, ora in carcere a San Vittore, in isolamento, in una cella al Centro di osservazione neuropsichiatrico (sono in corso accertamenti sulle sue condizioni di salute), oggi agli agenti di polizia penitenziaria che lo sorvegliano a vista, ha detto:"L'ho fatto io da solo, non sono il killer di nessuno".