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Intervista. Bentivogli: «L'antipolitica ha fallito, ripartiamo dalla Base»

Angelo Picariello venerdì 11 dicembre 2020

Marco Bentivogli

«La vera emergenza nazionale è la credibilità della politica». Nasce per questo Base Italia, una nuova iniziativa politica che sin dal nome indica un metodo: ripartire dalle persone e costruire una base comune. Coordinatore è Marco Bentivogli, ex segretario generale dei metalmeccanici della Cisl. Una proposta che vada oltre l'«identitarismo autoreferenziale», i «partiti personali» o leadership deboli in mano a «oligarchie di caporali» senza contenuti, che caratterizzano l'attuale politica. «La pandemia - spiega - ha solo messo in controluce quel che era già evidente prima».

I partiti attuali sapranno rigenerarsi?
I partiti sono fondamentali, ma ognuno deve fare il "tagliando" e chiedersi se ha bisogno solo di manutenzione ordinaria o di scelte radicali rifondative. Non esistono né proroghe, né scorciatoie. È incredibile trovare aziende che si pongono questo interrogativo e non vederlo nella parte che deve guidare il cambiamento.

Perché "Base"?
Registriamo la fine dell'entusiasmo per l'antipolitica ma anche un'assenza di passione politica che ha portato la maggioranza degli italiani alla rassegnazione. C'è però un'altra Italia di ostinati, dotata di grande consapevolezza. Il nostro è un appello a entrambi, a voler essere lievito di partecipazione e integratore di mondi vitali, sociali, civici e perché no, politici.

Sarà un'associazione pre-politica o una vera e propria nuova formazione?
Nessuna delle due, l'urgenza è riportare le persone a occuparsi del loro quartiere, del loro territorio, del loro futuro. L'antipolitica è stato un fuoco di paglia che ha solo portato rabbia e indignazione permanente e passiva. Ha abbassato la qualità generale della politica. Base vuole essere un network di promozione di partecipazione e impegno civile, una Start-up civica.

Di fronte ad altri tentativi in atto e al fallimento di tanti altri, intendete procedere da soli o cercate compagni di strada?
Per agire contro la frammentazione bisogna integrare tutte le energie del riformismo italiano. Radici da far fiorire, non la bandierina per coltivare la propria nicchia senza confronto. Il secondo punto è mobilitare le persone perché si riapproprino della politica e degli spazi invasi dagli ultras e dalle tribù di chi si è avvicinato a questo o quel caporale nella speranza che rappresenti un ascensore sociale personale. Le ragazze e i ragazzi che si sono mobilitati per l'ambiente e per la riapertura delle scuole sono un segnale straordinario. Le persone che non trovano né rappresentanza né passione sono la maggioranza. I partiti sono fondamentali, ma ognuno ha un ciclo di vita, tuttavia - mi chiedo - chi è disposto mettere in discussione percorsi velleitari o rendite di posizione?

Che cosa pensa della bozza di Piano nazionale ripartenza e resilienza?
La fortuna del governo è che Salvini e Meloni sono a secco di idee. Purtroppo leggendo quelle 125 pagine sono ancora più preoccupato, non si capisce che è davvero l'ultimo treno. Dopo aver letto i piani francesi e tedesco si nota l'assenza di una strategia. Senza semplificazione e riforma di giustizia e Pa, nella Ue hanno ragione a dubitare. A oggi la bozza è un elenco di "cose" da fare senza mai dire "come". Come dice il mio amico Paolo Venturi, se non cambia qualcosa radicalmente la #P dell'acronimo (Pnrr) rischia di essere quella di #Paternalismo evocativo. Abbiamo ancora tempo per migliorarlo e renderlo una piattaforma per modernizzare il Paese, non sprechiamo quest'occasione. Servono le riforme, ma per farle servono riformisti. Che sappiano dire di no alle corporazioni, senza accettare veti da nessuno.

Negli attuali schieramenti dove vede maggiore disponibilità a favorire questo cambiamento?
Destra e sinistra non sono uguali, ma oggi non hanno una declinazione valoriale autentica, distintiva e tangibile. Al tempo stesso l'esperienza della "terza via" ha saputo intercettare l'innovazione ma ha tragicamente fallito sulla "tenuta valoriale" nei confronti degli ultimi, delle lavoratrici e dei lavoratori, fuggendo dai luoghi e dai nodi della vita delle persone. La sinistra reazionaria e conservatrice, anche sindacale, predicando velleitarismo ha perso ovunque e ha al contempo dissodato il terreno alla destra populista.

Quindi?
Sono tutti buoni motivi, questi, perché Base, in due mesi è già in campo con 17 nodi territoriali. Vogliamo andare avanti da passisti, anche perché il mondo non finisce nel 2023, cerchiamo di non danneggiarlo ulteriormente. Ancor più dei "cantieri" c'è bisogno che ogni cultura politica possa riprogettarsi e rigenerarsi, senza nessuna presunzione di autosufficienza. Ma serve un nuovo inizio, per tutti. Veramente nuovo.