Basilicata . Malumori nel Pd, traballa la candidatura di Domenico Lacerenza
Un seggio elettorale
Non c'è pace nel centrosinistra lucano per la candidatura alle regionali. Dopo gli altolà del M5s, che hanno messo fuori gioco l'imprenditore Angelo Chiorazzo, anche l'oculista Domenico Lacerenza, su cui solo mercoledì era stato trovato un accordo, sembra di nuovo in bilico. Una parte consistente del Pd locale infatti contesta la candidatura comune, mentre per Chiorazzo parte una petizione online. Il fondatore di Auxilium per settimane era stato il candidato di "Basilicata casa comune", fino a quando due giorni fa è stato trovato l'accordo su Lacerenza tra Pd, M5S, Avs e + Europa. Non di Azione, con Carlo Calenda, disponibile a ragionare su Chiorazzo, che invece aveva rifiutato la scelta di lacerenza: «Conte rivendica di aver imposto al Pd un veto su Azione«, era stato il suo commento: «L'unico dato positivo - aveva aggiunto - è che la "sinistra" abbia scelto finalmente il suo campo e il suo leader, ma non è il nostro».
«Ritirate la candidatura di Domenico Lacerenza o promuoviamo il polo dell'orgoglio lucano» è la richiesta (o la minaccia?) di attivisti, sindaci, amministratori sindacalisti e dirigenti del Pd e del centrosinistra lucano, formalizzata in un documento diffuso da Giovanni Petruzzi, all'epoca coordinatore della mozione Cuperlo. Petruzzi ha definito anche «quanto mai opportuno ed urgentissimo che sia convocata la direzione regionale del Pd, che non ha mai discusso né deliberato la candidatura a presidente di Lacerenza».
La fetta del Pd che contesta Lacerenza parla di «individuazione verticistica del candidato Presidente della Regione - è scritto nel documento - senza alcuna forma di confronto e di condivisione con chi quotidianamente vive nelle trincee del territorio lucano: offende la dignità e l'autonomia del popolo lucano che si riconosce nel centrosinistra e rischia di regalare, senza neanche l'onore delle armi, altri cinque anni di non-governo Bardi ai nostri avversari politici del centrodestra».
Secondo i firmatari del documento, vi sono «le condizioni politiche per un ravvedimento operoso, ci appelliamo a tutte le forze, politiche e civiche, del centrosinistra affinché si azzeri la situazione e si converga sull'indicazione della migliore candidatura possibile per sconfiggere il centrodestra, che per noi continua ad essere quella di Angelo Chiorazzo, o in alternativa su una candidatura effettivamente espressione del territorio, magari forgiatasi nell'impegnativa funzione quotidiana di guidare uno dei nostri meravigliosi Comuni«.
Poi l'avvertimento: «Se questo appello non fosse accolto in tempi rapidi, valuteremo le condizioni per promuovere autonomamente un innovativo polo dell'orgoglio lucano, che tenti di contrastare direttamente alle elezioni regionali del 21 e 22 aprile prossimi sia il Centrodestra che il formato bonsai, romanocentrico, di centrosinistra, che, forse, si realizzerà a sostegno di Lacerenza». Il documento parla anche di «oligarchica indicazione» di Lacerenza, definito «stimato professionista completamente a digiuno di politica, per sottostare agli incomprensibili veti del M5s», una scelta che «mortifica le energie popolari» che si erano raccolte intorno ad Angelo Chiorazzo, e che il Pd lucano, «con ben due pronunciamenti aveva ritenuto il miglior candidato possibile»
A sostegno del primo candidato del centrosinistra, fondatore della cooperativa Auxilum, sui social sono apparsi diversi post. E soprattutto una petizione online intitolata «Vogliamo Chiorazzo presidente». L'appello è stato lanciato sulla piattaforma change.org attraverso una raccolta firme per chiedere di nuovo la candidatura di Chiorazzo, imprenditore di Senise (Potenza) a presidente della Regione Basilicata. «Possiamo crescere solo con Chiorazzo alla guida del centrosinistra» è il messaggio che compare su un poster allegato alla petizione.