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DOPO I RESPINGIMENTI. Immigrati, l'Italia chiama l'Ue Ma Barroso frena

martedì 19 maggio 2009
Non ci sarà nessun vertice straordinario sull'immigrazione a livello europeo, ma "proprio perché ci rendiamo conto di quanto la situazione sia difficile, chiediamo a tutti i Paesi della Ue di condividerla meglio con i Paesi più esposti alla gestione dei flussi migratori. Abbiamo bisogno di coordinare gli sforzi, e della cooperazione di tutti". Il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso spiega che il tema dell'immigrazione non sarà all'ordine del giorno del prossimo Consiglio europeo del 18 giugno come chiede l'Italia e avverte: i governi non cedano alle "pressioni populiste di chi vuole tenere fuori gli immigrati".In un'intervista al Corriere della sera, l'ex premier portoghese spiega che per il vertice del 18 giugno a Bruxelles "questo tema non è all'ordine del giorno. Ma ciò non significa, ovviamente, che non figuri tra le nostre priorità più alte". L'azione della Ue, spiega Barroso, deve tendere prioritariamente a "prevenire le tragedie. Intorno alle Canarie vi sono stati più morti che nella guerra del Libano, e questo non dovrà mai più accadere". Si deve "fare di tutto perchè quei battelli non lascino i Paesi di partenza". Ma come? Con pattuglie congiunte come quelle "già sperimentate fra Italia e Albania", ma anche aiutando "i Paesi come la Libia a mettere in pratica le convenzioni cui hanno aderito. Ma per tutto ciò - sottolinea - non bastano gli sforzi della Ue, ci vuole la collaborazione dei singoli governi".Barroso non commenta i punti del ddl sicurezza approvato dalla Camera e osserva: "Parlando in generale, dobbiamo tutti trovare l'equilibrio fra le due posizioni estreme: quella che punta tutto sulla sicurezza, e vorrebbe magari chiudere l'Europa, e quella 'ultraliberal', che dice 'chiunque può entrare' e vorrebbe le porte spalancate". Infine, avverte: "Se i governi cedessero alle pressioni populiste di chi vuole tenere fuori gli immigrati, si metterebbero su una strada molto brutta".Berlusconi: «Il problema riguarda l'Europa». Il problema dell'immigrazione "riguarda tutta l'Europa" per questo motivo è necessario che il Consiglio dei capi di Stato e di Governo mettano il tema all'ordine del giorno. Lo dice il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando durante una conferenza stampa a L'Aquila con il presidente della Commissione Ue, Josè Manuel Barroso. Berlusconi ha aggiunto che lo stesso Barroso non ha mai rilasciato dichiarazioni riguardo al fatto che questo tema non possa essere inserito nell'ordine del giornod el Consiglio", perchè "è compito dell'attuale presidente di turno della Ue, ovvero il presidente della Repubblica ceca proporlo". "Ci sarà una riunione dei ministri dell'Interno ai primi di giugno - ha aggiunto Berlusconi - invierò una lettera al presidente del Conglio Ue e ai miei colleghi perchè si affronti problema con decisioni concrete. È un problema - ha concluso - che tocca noi più da vicino, ma che riguarda tutta l'Europa"."È molto meglio esaminare nei luoghi di partenza se gli immigrati possano avere diritto di asilo. Altrimenti, non vorrei dirlo, ma questi campi di identificazione assomigliano molto a campi di concentramento", ha aggiunto il premier. "Da oggi in Libia c'è un'agenzia Onu che esamina le richieste degli immigrati che intendono venire in Italia e toglie loro il disagio di essere inseriti in campi dove la loro libertà è limitata per poi magari essere rispediti nel loro Paese d'origine", ha aggiunto Berlusconi. "C'è da sottolineare - ha detto ancora - che per noi l'ipotesi del respingimento ha come premessa l'aiuto che viene fornito a questi immigrati e negli ultimi giorni abbiamo osservato che i respingimenti funzionano come deterrenza alle partenze".