Per ora l’Enel non taglierà l’energia elettrica, ma il caso dei gemelli di Quarta di Merine, Frazione di Lizzanello in provincia di Lecce, è ancora tutto da definire. Sergio e Marco, 33 anni, sono affetti da distrofia muscolare di Duchenne e hanno bisogno dell’ausilio continuo delle macchine per poter sopravvivere. Nei giorni scorsi l’azienda dell’energia ha fatto pervenire l’ennesimo sollecito di pagamento, ma Antonio Quarta, il padre sessantatreenne che accudisce i figli insieme alla moglie Adele, è disoccupato. «Per ora ci hanno garantito la fornitura elettrica – spiega – ma rimangono comunque i conti da pagare, siamo a quasi cinquemila euro di arretrati. L’ultima bolletta ammonta a 433 euro; davvero tanti, se si sommano anche al migliaio di euro di arretrati per la fornitura del metano, «perché i gemelli hanno bisogno di un ambiente climatizzato continuo. Chi pagherà questi conti?» si chiede Antonio, con un passato da piccolo imprenditore nella sua autocarrozzeria. Ma soprattutto: «Sarò vittima di azioni legali da parte di Enel? Sono stati chiari, le bollette vanno pagate». Teme anche l’interessamento di Equitalia la famiglia salentina, che ha denunciato il suo dramma attraverso le pagine della Gazzetta del Mezzogiorno. «Mi sono rivolto alla stampa perché non ne posso più della burocrazia», spiega Quarta. «Ho fatto domanda per l’assegno personalizzato che spetterebbe per legge nel lontano 2010, ma le somme ancora non arrivano», aggiunge. E spiega la lunga trafila dei contributi, che dalla Regione Puglia passano attraverso l’Ambito Sociale di Zona, che poi deve stilare «una graduatoria finale, che io non posso più aspettare, i miei figli devono vivere. La situazione è gravissima – spiega Antonio con la voce rotta –, ho dovuto lasciare il lavoro per poter aiutare i gemelli che hanno bisogno di assistenza continua, notte e giorno, non garantita dalle strutture pubbliche». Sono due le assistenti che aiutano i gemelli, per poche ore al pomeriggio, e quegli agognati 800 euro mensili a figlio – tanto sarebbe il valore dell’assegno – sarebbero un minimo sollievo per le tante spese della famiglia. Pochissimo, comunque, se paragonate alle spese che il Servizio Sanitario Nazionale dovrebbe affrontare per accudire Sergio e Marco, con un ricovero continuativo in una struttura medica specializzata.