«La portata degli impegni è enorme, e i paesi europei possono avere successo soltanto unendo le forze e progredendo verso un'Unione economica e monetaria vera e propria, con un'integrazione più stretta in termini sia finanziari sia fiscali».
Il governatore di Bankitalia Fabio Panetta nella sua lectio magistralis tenuta in occasione del conferimento della laurea honoris causa in scienze giuridiche banca e finanza da parte dell'Università Roma Tre rilancia il ruolo dell’Europa di fronte alle sfide enormi che ha davanti, dalla competizione economica alle politiche migratorie. Ad ascoltarlo, fra gli altri, l'ex presidente del consiglio e governatore della Banca d'Italia
Mario Draghi, l'ex governatore
Ignazio Visco, il presidente di Mps
Nicola Maione.Per fronteggiare le sfide globali, spiega il Governatore, «la soluzione e rafforzare l'economia europea. Riequilibrando il suo modello di crescita e valorizzando il mercato unico. Rendendola più competitiva. Ponendola all'avanguardia in campo tecnologico ed energetico. Mettendola in grado di difendere la propria sicurezza esterna».Per raggiungere questi obiettivi «investimenti finanziati con emissioni obbligazionarie comuni permetterebbero di creare un titolo europeo privo di rischio (
safe asset). Ciò rimuoverebbe il principale ostacolo alla formazione di un'autentica Unione dei mercati dei capitali e rappresenterebbe un passo fondamentale per dotare l'Unione economica e monetaria di uno strumento indispensabile per finanziare un vasto programma di investimenti».Le dispute geopolitiche, e ancor di più il dramma della guerra, ricorda Panetta, «hanno implicazioni che oltrepassano i confini dei Paesi coinvolti e generano rischi economici e ostacolano gli scambi internazionali di beni e servizi e i movimenti dei capitali, fino a provocare una frammentazione dell'economia mondiale tra blocchi contrapposti di Paesi».Ma c’è anche, sul versante italiano dell’Unione, la sfida in atto sul Pnnr. «La riconfigurazione delle filiere produttive globali offre un'occasione per rilanciare l'economia del Mezzogiorno d'Italia». Panetta sollecita politiche «di attrazione dei capitali e il rafforzamento di fattori di contesto produttivo quali la dotazione di infrastrutture, la disponibilità di risorse di lavoro qualificate, l'efficienza delle Amministrazioni pubbliche».Ma più in generale «occorre riconsiderare il modello di crescita europeo» in quanto «negli ultimi due decenni l'economia della Ue ha fatto eccessivo affidamento sulla domanda estera e ha penalizzato la domanda interna» e a causa delle «controversie commerciali e gli shock globali» questa strategia si è resa «meno sostenibile e più rischiosa». Per cui «in prospettiva, la Ue dovrà rafforzare la domanda interna e valorizzare il mercato unico».Infine, l’immigrazione. «Molti Stati membri della Ue stanno affrontando la sfida dell'invecchiamento e del calo della popolazione. Secondo l'Eurostat – ricorda Panetta - nei prossimi 15 anni la popolazione in età lavorativa nell'Unione si ridurrà del 7%, e senza gli afflussi di cittadini extracomunitari oggi previsti la flessione sarebbe addirittura del 13%». E allora, «Per evitare un forte calo dell'offerta di lavoro e quindi della crescita potenziale dell'economia europea» Panetta auspica «uno sforzo significativo per consentire un ingresso regolare e controllato di immigrati e la loro integrazione nel mercato del lavoro». Una sfida, questa, ma non solo questa che, ribadisce il presidente di Bankitalia «non può essere affrontata dagli Stati membri singolarmente. Una politica di immigrazione comune a livello europeo è necessaria sia per evitare squilibri tra Stati membri di fronte alla pressione asimmetrica esercitata dagli arrivi massicci da paesi del Sud del mondo, sia per coordinare gli ingressi regolari per motivi di lavoro».