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Le misure economiche. Banche, tassa sugli extraprofitti

MARCO IASEVOLI martedì 8 agosto 2023
In Cdm due decreti omnibus, c’è anche il prelievo del 40% sugli istituti di credito: in manovra tra 4 e 6 miliardi per cuneo e mutui Taxi, più licenze ma non cumulabili. Stop all’algoritmo dei voli. Forse venerdì il vertice Meloni-opposizioni sul salario minimo Roma Nonostante i ripetuti appelli di Sergio Mattarella a evitare «decreti omnibus», e nonostante l’iniziativa del presidente della Camera Lorenzo Fontana, che dell’eccesso di provvedimenti onnicomprensivi ha parlato recentemente con la premier Giorgia Meloni, il governo chiude la “fase uno” della propria attività con due testi segnati dal carattere di urgenza e necessità che spaziano dai trasporti alla giustizia, dalla salute alle imprese, dal turismo alla pesca, dall’organizzazione dei ministeri ad altri e vari microcomparti. Al netto del “metodo”, però, l’esecutivo riesce a inserire last-minute in Cdm una misura attesa e ben vista anche a sinistra. La annuncia il vicepremier Matteo Salvini in conferenza stampa: il ministro Giorgetti, dice, «ha approvato una norma di equità sociale, che è un prelievo sugli extraprofitti delle banche limitato al 2023: tutti gli introiti saranno destinati a due voci: aiuto ai mutui prima casa e taglio delle tasse». Il prelievo sarà del 40% sugli extraprofitti. Per Salvini si parla di «diversi miliardi», se ne ipotizzano tra i 4 e i 6, soldi che torneranno utili in manovra. La tassa agirà sui bilanci 2022 e 2023. Il prelievo del 40% scatterà se il margine di interesse registrato nel 2022 «eccede per almeno il 3%» il valore dell’esercizio 2021. Percentuale che sale al 6% confrontando il 2023 col 2022. Il prelievo non potrà comunque superare il 25% del patrimonio netto. Non è l’unica sorpresa della sera. Perché a Cdm concluso dalle stanze di Palazzo Chigi spunta l’ipotesi che venerdì possa tenersi il vertice tra la premier Meloni e i leader di opposizione sul salario minimo. Le due novità mettono in ombra quello che era l’intervento più atteso e che riguarda i taxi. La soluzione cui si è arrivati è un compromesso: si dà ai Comuni la possibilità di rilasciare, in via sperimentale, licenze aggiuntive con una durata, in ogni caso, non superiore ai dodici mesi, prorogabili per un massimo di ulteriori dodici mesi. I titoli temporanei, spiega il ministero dei Trasporti, possono essere rilasciati a chi ha già una licenza, che può poi “subaffittare” a un terzo «purché in possesso dei requisiti». Inoltre, i Comuni capoluogo di Regione, sede di città metropolitana e i Comuni sede di aeroporto internazionale potranno bandire un concorso straordinario aperto a nuovi operatori per il rilascio di licenze aggiuntive sino al 20 per cento di quelle esistenti. Queste licenze però saranno vincolate alla disponibilità di un’auto elettrica o ibrida, per il cui acquisto è previsto il raddoppio dell’ecobonus già previsto per gli Ncc, noleggio con conducente. Inoltre, si apre alle turnazioni integrative e alla doppia guida, semplificando le procedure. I sindacati dei taxisti, che minacciano lo sciopero, incassano lo stralcio dal decreto dell’ipotesi della cumulabilità in capo agli stessi soggetti delle licenze definitive. Resta però la critica serrata alle altre misure. Su un punto, poi, sono d’accordo taxisti e consumatori: i Comuni già ora possono fare bandi e per una misura superiore al 20%. Insomma, prevale la delusione. Protestano anche le compagnie di viaggio per l’intervento sul caro-voli, confermato nel passaggio dalle bozze al testo definitivo. C’è lo stop agli algoritmi che alzano i prezzi per le rotte nazionali da e per le isole durante un periodo di picco di domanda e se il prezzo di vendita del biglietto è del 200% superiore alla tariffa media del volo. Confermato inoltre il divieto di fissare le tariffe in base alla profilazione web o al modello di dispositivo usato. Anche in questo caso le compagnie denunciano «iniziative unilaterali» mentre i consumatori parlano di «interventi inutili» dato che l’attivazione dei divieti arriva su soglie di aumento molto elevate. Altro punto discusso nei giorni scorsi, e confermato, è l’ingaggio di «tecnici dall’alta professionalità per il Ponte sullo Stretto » con «deroga al tetto dei compensi» da 240mila euro annui previsto per i dipendenti pubblici. Il governo ricorda che analoga deroga c’è già stata per il Giubileo o Anas 2.0. I «superesperti» verranno anche da Anas e Ferrovie. Il Ponte «è un favore agli italiani, non ai privati», si difende Salvini. Che sulle concessioni autostradali sopprime il controllo del Consiglio superiore dei lavori pubblici. In Cdm sono stati portati anche i ddl per il riordino dei dicasteri della Cultura, della Transizione ecologica e dell'Agricoltura. Nel ministero retto da Pichetto Fratin si segnala un aumento di “poltrone”: le direzioni passano da 10 a 12. © RIPRODUZIONE RISERVATA Matteo Salvini in conferenza stampa al termine del Cdm