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Il progetto. Al Gemelli in dirittura d'arrivo la banca del latte umano donato

Alessia Guerrieri giovedì 17 novembre 2022

Una volta c’erano i fratelli e le sorelle di latte. Bimbi allattati da un’altra donna che non era la propria madre. Il concetto della banca del latte materno è proprio questa. Neomamme che donano il proprio latte in abbondanza per nutrire altri neonati. Al Gemelli è in dirittura di arrivo il progetto banca del latte umano donato (BLUD), un progetto giunto all’ultimo miglio grazie al lavoro di un team multidisciplinare coordinato da Giovanni Vento, direttore della Uoc di Neonatologia della Fondazione policlinico universitario Agostino Gemelli Irccs, e grazie alla collaborazione di Genitin onlus, l’associazione dei genitori della Terapia intensiva neonatale del policlinico Gemelli, nata nel 2003 per volontà di alcuni genitori che hanno vissuto l’esperienza della prematurità. Il progetto ha trovato l’interesse di tanti operatori del settore, aziende produttrici di latte artificiale e integratori, che hanno scelto di contribuire alla sua realizzazione.

«Il latte potrà essere donato direttamente presso la nostra banca – spiega il neonatologo Giovanni Vento - oppure tramite raccolta a domicilio da nostro personale autorizzato per le residenti nell’area metropolitana di Roma. Obiettivo della nostra banca del latte umano donato sarà quello di offrire la miglior cura possibile ai piccoli nati pretermine presso il Gemelli. Il nostro progetto prevede una BLUD che ci renda autosufficienti, permettendoci di far fronte alla grande richiesta di latte materno, derivante dall’alto numero di neonati prematuri che nascono al Gemelli. Ma per farlo serve l’aiuto di tutti; è importante sensibilizzare alla cultura del dono e far capire l’importanza della donazione per questi piccoli pazienti».

Negli ultimi tre anni, da quando cioè è stato utilizzato preferenzialmente latte di banca in caso di mancanza di latte della propria mamma - aggiunge Vento - la percentuale di mamme che, al momento della dimissione dei loro figli prematuri dal reparto di Terapia intensiva neonatale, allattano esclusivamente al seno (“human milk only”) è aumentata dal 3.3% al 22%, che ci colloca al di sopra della media delle TIN registrate sul più grande network neonatale mondiale. La donazione di latte materno umano costituisce non solo una preziosa opportunità per aiutare cuccioli umani più fragili, ma rappresenta anche un gesto così generoso da motivare le mamme dei neonati più delicati verso l’allattamento al seno più di mille discorsi».

Al Gemelli i nati prematuri solo il 13% di tutti i bimbi nati nell’ospedale e ieri per sensibilizzare sull'argomento l'ospedale romano si è tinto di viola. «Il progetto di banca del latte umano donato - aggiunge Antonio Lanzone, direttore della Uoc di Ostetricia e patologia ostetrica - è un esempio palpabile di cosa significhi solidarietà nel suo peso non solo ideale, ma concreto, del contributo che una comunità in sintonia con i più deboli deve avere e che comincia fin dalle prime fasi della vita. Questa solidarietà deve essere il tratto distintivo e operativo della nostra istituzione che nasce per lenire le sofferenze dei più deboli e per porre i più disagiati nelle condizioni di un pronto recupero». Ormai sono appurati tutti i benefici derivanti da un’alimentazione con latte materno. «Benefici che per un bambino prematuro diventano un vero e proprio supporto terapeutico. Non possiamo, quindi, che essere lieti che questo progetto sia finalmente diventato realtà», conclude la presidente di Genitin onlus Giovanna Astorino.

Un progetto presentato al Gemelli proprio nella giornata mondiale della prematurità 2022. Giornata che è l’occasione per focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica e dei decisori istituzionali su una problematica spesso sottovalutata, ma che coinvolge nel nostro Paese circa 30.000 bambini ogni anno. «Per garantire la sopravvivenza ed una buona qualità di vita ai piccoli prematuri, occorrono ospedali attrezzati, personale specializzato ed attento alle esigenze, non solo del neonato, ma di tutta la famiglia - sottolinea il presidente della Società italiana di neonatologia Luigi Orfeo - I genitori devono poter stare con il loro bambino 24 ore su 24, per il loro benessere fisico e psicologico, per nutrire il legame familiare che sta nascendo e per alleviare, anche con il calore di un abbraccio, il peso di un evento inaspettato, come quello della prematurità. In questa prospettiva la possibilità di offrire ai nostri piccoli prematuri il latte umano donato migliora in modo determinante la qualità della proposta assistenziale».