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Vertice con Ban Ki-moon. Immigrazione, l'Onu lavorerà con l'Italia

lunedì 27 aprile 2015
"Come Onu siamo pronti a lavorare con voi. Dobbiamo fermare e prevenire i trafficanti criminali". Poche parole per testimoniare che le Nazioni unite raccolgono l'appello dell'Italia sul fronte dell'immigrazione. Come, in parte, ha fatto l'Europa giovedì scorso al vertice straordinario di Bruxelles. Sono le parole pronunciate dal segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon sulla nave San Giusto, sulla quale incontrato nel pomeriggio il premier Matteo Renzi e l'alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera Federica Mogherini, durante il vertice a largo del canale di Sicilia. "L'Italia non sia lasciata sola. Noi abbiamo il cuore grande e facciamo la nostra parte ma deve essere chiaro che quello del Mediterraneo europeo e mondiale", aveva detto Renzi al segretario generale. Aggiungendo: "Quello che sta facendo l'Italia in questo momento è incredibile: centinaia di migliaia di persone salvate, uno sforzo straordinario del nostro Paese. Ma l'Italia da sola non ce la può fare, per questo motivo abbiamo voluto con forza che il segretario generale dell'Onu Ban ki-moon potesse vedere con i suoi occhi la straordinaria forza e professionalità della struttura di accoglienza, perché anche l'Onu dia una mano". Intanto altri segnali arrivano da Ginevra. Gli sforzi per scoraggiare il contrabbando di esseri umani nel Mediterraneo saranno vani se non si adotteranno misure per affrontare le politiche migratorie "eccessivamente restrittive" in Europa e le cause profonde del fenomeno. Lo affermano in una dichiarazione congiunta resa nota oggi a Ginevra l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati Antonio Guterres, l'Alto commissario Onu per i diritti umani Zeid Ràad Al Hussein, il rappresentante speciale del Segretario generale Onu per la migrazione internazionale e lo sviluppo Peter Sutherland ed il direttore generale dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) William Swing. Qualificando la decisione del Consiglio dell'Ue del 23 aprile scorso "un importante primo passo verso un'azione collettiva europea", la dichiarazione sottolinea come "la situazione odierna richieda misure che vanno oltre la sicurezza delle frontiere" e come la "maggior parte del contrabbando non comporta il reato di tratta". Queste imbarcazioni trasportano esseri umani che hanno diritti e bisogno di aiuto e protezione internazionale, spiegano. I firmatari affermano di voler lavorare con l'Ue e le altre parti interessate per ampliare e migliorare le misure annunciate. E ne suggeriscono alcune quali l'elaborazione di politiche migratorie che rispondano alle vere esigenze del mercato del lavoro, un aumento dell'offerta di canali sicuri e regolari per l'ingresso e il rendere il sistema europeo comune di asilo più coeso e solidale tra Paesi dell'Ue. "Le dimensioni e la complessità della risposta - affermano i firmatari - devono essere in linea con la portata e la complessità del problema".