Attualità

Bambino Gesù. Morì in un attentato, nel suo nome saranno curati i bambini in Giordania

Alessia Guerrieri martedì 2 luglio 2024

Medici in visita dei pazienti in Giordania

Curare i bambini che spesso, con le loro famiglie, fanno centinaia di chilometri per arrivare in un centro sanitario. Formare in più i dottori locali, grazie alle competenze dei medici del Bambino Gesù. E ancora, canalizzare il dolore per la morte tragica di un figlio puntando sui valori della formazione e del supporto sanitario, ancor più in un Paese che amava profondamente. Tutto per non spegnere la luce della memoria. C’è un condensato di solidarietà, formazione, sviluppo, supporto alle comunità locali, nella missione in Giordania che l’ospedale pediatrico Bambino Gesù ha riavviato nell’ospedale italiano di Karak, anche grazie al supporto per i prossimi tre anni dell’associazione Alessandro Parini, il giovane avvocato morto in un attentato un anno fa a Tel Aviv. Un progetto di sostegno sanitario in cure e formazione che in dieci anni ha permesso di prendere in carico nel Paese oltre 800 pazienti. «Volevamo far riviere il ricordo di Alessandro nelle sue passioni e nei suoi convincimenti – racconta il papà Enzo – la Giordania era forse il più bel viaggio che aveva fatto due anni fa e l’idea di portare formazione in terre lontane e lo sviluppo di un Paese attraverso lo studio uno dei suoi valori più profondi».

Le suore missionaria che gestiscono la struttura ospedaliera in Giordania con i medici del Bambino Gesù - Ospedale pediatrico Bambino Gesù

La missione a Karak

«Quello che fa l’ospedale Bambino Gesù con le sue missioni a Karak non è una goccia nell’oceano, è molto di più. Le famiglie percorrono anche 300-400 chilometri solo per un consulto, perché qui trovano delle risposte che in altri posti non ricevono», raccontano suor Adele Brambilla e suo Alessandra Fumagalli in video collegamento con il presidente dell’ospedale della Santa Sese Tiziano Onesti. L’occasione per il colloquio a distanza è stata la missione dal 20 al 28 giugno di neuropsichiatria dell’Ospedale della Santa Sede appena conclusa nell’ospedale italiano di Karak (OIK) in Giordania, gestito dalle Suore Missionarie Comboniane. Per il Bambino Gesù erano presenti in Giordania i medici della neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza Fabio Quarin e Giovanni Valeri. Il presidente Onesti ha assicurato che il progetto continuerà e sarà ampliato. In occasione del video collegamento con l’OIK, infatti, ha assicurato che il progetto in Giordania continuerà e sarà ampliato, con un programma di formazione più strutturato e l’utilizzo della telemedicina. Intanto una nuova missione dedicata alla neuroriabilitazione è in procinto di essere svolta a Karak dal 9 al 15 luglio.

Il video collegamento con il presidente dell'ospedale della Santa Sede Tiziano Onesti - Ospedale pediatrico Bambino Gesù

Il progetto

Nel corso del videocollegamento con l’ospedale italiano il direttore sanitario Massimiliano Raponi e il responsabile delle Relazioni internazionali Sandro Cristaldi, Valeri (responsabile UOS Disturbi dello spettro autistico) ha spiegato sinteticamente i tre criteri alla base del progetto in Giordania: «Il primo criterio è un intervento basato sulla famiglia (family-centred) perché qui non ci sono strutture e l’unica risorsa è, appunto, la famiglia; il secondo, un intervento basato sulle risorse della comunità (community-based); il terzo, un intervento che ha come obiettivo quello di trasferire conoscenze e buone pratiche (capacity-building) sia ai genitori che ai terapisti locali». Si tratta di uno dei pochi progetti in Giordania, tra quelli proposti dalle organizzazioni non governative, in grado di rispettare questi tre criteri fondamentali. Per questo motivo, ha aggiunto Valeri, «quando, nel corso degli ultimi anni, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha ideato la riforma della salute mentale in Giordania, ha scelto il progetto del Bambino Gesù a Karak come progetto pilota per l’età evolutiva».

Ospedale pediatrico Bambino Gesù

La collaborazione con la Giordania

La collaborazione con l’ospedale della Santa Sede è iniziata nel 2013 con un appello radiofonico che offriva l’opportunità di avere a disposizione per un consulto gratuito gli specialisti di neuropsichiatria e neuroriabilitazione pediatrica del Bambino Gesù. All’appello risposero subito 150 famiglie. Nel decennio intercorso da allora sono stati curati più di 800 bambini ed effettuate circa 2300 visite. Si è lavorato, inoltre, alla formazione di terapisti locali e alla definizione di un programma di parent training mirato a sostenere i genitori nella gestione degli aspetti comportamentali del bambino. La comunità delle Suore comboniane è impegnata a mantenere la presenza nell’ospedale di Karak come segno di dialogo interreligioso e apertura verso tutti, coinvolgendo personale cristiano e musulmano nell’accoglienza e nella cura dei malati con particolare attenzione ai più poveri ed esclusi.

Ospedale pediatrico Bambino Gesù

Il sostegno dell’Associazione Alessandro Parini

La missione a Karak ha ricevuto il supporto dell’associazione Alessandro Parini, nata dalla volontà dei suoi amici e della famiglia di portare avanti l’amore per la vita del 35enne, impegnata a sostenere iniziative di formazione e sviluppo per chi è in difficoltà. «La missione in Giordania – aggiunge il presidente dell’Associazione, Enzo Parini - mira a fornire supporto sanitario alle comunità locali, sviluppando le competenze essenziali per la cura dei bambini: in tal senso corrisponde perfettamente agli obiettivi della nostra Associazione. Siamo sicuri che Alessandro, che l’aveva visitata e amava profondamente la Giordania, sarebbe stato orgoglioso di questo nostro primo intervento in sua memoria». Alessandro era il catalizzatoriee del suo gruppo di amici, per questo la famiglia «ha sposato subito il progetto del Bambino Gesù, grazie alla sua amica Chiara che lavora nell’ospedale, così per i prossimi tre anni sosterremo le spese di trasferta del personale. Ci piacerebbe, magari alla fine del percorso andare anche di persona in Giordania per toccare con mano i risultati».

Alessandro Parini - Associazione Alessandro Parini