Covid. Bambini, giovedì vaccini al via. È corsa alle prenotazioni
La vaccinazione di un ragazzino nell'hub di Rieti
Quasi 100mila prenotazioni in due giorni (e domenica, ad aprire alla possibilità, erano state appena tre regioni). Quarantamila nella sola Lombardia (che saranno pure il 6% dei circa 600mila bambini tra i 5 e gli 11 anni in regione, ma che rappresentano senza dubbio anche un buon risultato). E poi oltre 15mila in Piemonte e Toscana, 19mila in un due ore appena, ieri, nel Lazio, quasi 8mila in Emilia Romagna. Il conto alla rovescia è cominciato: le vaccinazioni pediatriche partiranno ufficialmente questo giovedì in tutta Italia e la macchina della nuova campagna scalda i motori.
Inutile, per adesso, misurarne i risultati: negli uffici del commissario Figliuolo, e non solo, sanno benissimo che servirà tempo. E per una volta questo tempo c’è: tra una settimana le scuole chiuderanno i battenti per la pausa natalizia, dando a tutti modo di “respirare” fino al 6 gennaio. Al governo innanzitutto, sul fronte dei contagi, per provare a raffreddare la curva (visto che il 30% dei casi circa, secondo i dati dell’Iss, è fra gli studenti); allo stesso Figliuolo, per far partire il famoso “piano anti-Dad” annunciato e mai davvero messo in pratica, coi tamponi dei ragazzi in carico ai laboratori della Difesa e le unità mobili in soccorso delle Asl più in difficoltà; e infine alle famiglie, per organizzarsi. Già, perché al di là della certezza sul se procedere o no, la sensazione è che la maggior parte dei genitori aspetterà che siano passate le feste (coi viaggi, gli spostamenti fuori città e le vacanze già prenotate) per correre a vaccinare i più piccoli, così da non ritrovarsi col problema dei rientri anticipati. Un po’ quello che era accaduto la scorsa estate con gli over 30 e 40, insomma, quando l’effetto vacanze aveva determinato un calo di adesioni alla campagna e si era corsi ai ripari dando la possibilità di cambiare la data dell’appuntamento o di vaccinarsi fuori Regione. La svolta, però, potrebbe arrivare già nella prima settimana di gennaio: con le stesse famiglie determinate a proteggere i bambini prima della ripresa delle lezioni (ed evitando di fargliele saltare per recarsi all’hub).
C’è tempo, dunque, e il tempo è denaro – in senso figurato naturalmente – per le autorità sanitarie, che hanno l’occasione di informare in modo capillare e approfondito chi ancora avesse dei dubbi: in queste ore, non a caso, i centralini e gli studi dei pediatri sono presi d’assalto, mentre le Regioni stanno organizzando incontri sui social con gli esperti e dibattiti a cui i cittadini sono invitati a partecipare ponendo domande in diretta. Il tentativo è quello di arginare le fake news, in questo caso alimentate anche dai pareri piuttosto discordi espressi da virologi di fama in tv e sui giornali (chi è d’accordo, chi vorrebbe si vaccinassero solo i più fragili tra i bimbi, chi li considera “vittime” immolate sull’altare dell’immunità di popolazione non raggiunta a causa dei no-vax).
«In questo momento la diffusione di Sars-CoV-2 nella fascia di età pediatrica è rilevante. La fascia 5-11 anni è quella che mostra l’incremento maggiore, l’incidenza cumulativa stimata è di 200 casi ogni 100mila bambini sui 7 giorni» è tornato a insistere il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, ricordando che i vaccini sono efficaci e sicuri. «Le autorità scientifiche internazionali sono favorevoli alla vaccinazione nella fascia di età 5-11 anni – gli ha fatto eco un insolitamente duro ministro della Salute, Roberto Speranza –. Questa non è una materia da bar, da talk show o da social network». Una volta immunizzati, tra l’altro, anche i più piccoli riceveranno il loro Green pass. Il ministero della Salute lo ha spiegato nel dettaglio in queste ore: «La certificazione verde Covid-19 è rilasciata a prescindere dall’età sebbene fino al compimento del dodicesimo anno i bambini siano esentati da qualsiasi utilizzo per accedere alle attività e servizi per i quali nel nostro Paese è obbligatoria». Dunque tutti i più piccoli vaccinati contro Covid-19 avranno il pass sanitario, ma dai 5 agli 11 anni non gli verrà chiesto per entrare in nessuno luogo pubblico.