Ora ha nove anni, mima le parole senza riuscire ancora ad articolarle, e un anno e mezzo fa venne trovata abbandonata in un armadio di casa dove dormiva insieme al suo cagnolino, circondata da escrementi e sporcizia. I suoi genitori - lui ha 57 anni, è invalido civile e senza reddito; lei ha 46 anni, problemi psichici e una piccola pensione - sono in cura al Servizio di igiene mentale. Per contestare loro il reato di abbandono di minori c'è bisogno di una denuncia, ma la bimba non riesce ancora a parlare. Così il pm della Procura di Bari Angela Morea ha chiesto l'archiviazione del caso al gip del tribunale, che si esprimerà nei prossimi giorni.Il caso è riportato nell'edizione barese di Repubblica e del Corriere del Mezzogiorno. Furono proprio i genitori della bimba, un anno e mezzo fa, a far scoprire la triste vicenda in un appartamento al rione Carrassi, dove vivevano nel degrado e privi di elettricità, anche se il loro caso veniva seguito da assistenti sociali. Non trovavano la bimba, dettero l'allarme a polizia e carabinieri pensando che fosse scappata. Fu trovata alla luce delle candele in un armadio. Si scoprì così che la bimba viveva alla stregua del suo cagnolino, mangiando anche in una ciotola posata per terra. La piccola non sapeva parlare, solo mimare quello che voleva. Dopo essere stata sottoposta a visite e cure mediche, ora è in una casa famiglia, va a scuola, mangia a tavola, ma non sa parlare ancora. E per mettere sotto inchiesta i suoi genitori, ci vorrebbe la sua denuncia. Niente da fare, la giustizia forse si dovrà fermare di fronte a una realtà che sconcerta. "L'archiviazione è, senza dubbio, un percorso in cui il magistrato si è visto costretto a ripiegare, ma denota lo stato di profondo degrado in cui versa il sistema giudiziario". È il duro giudizio del sociologo Antonio Marziale, presidente dell'Osservatorio sui Diritti dei Minori e consulente della Commissione parlamentare per l'Infanzia, rispetto alla decisione del pm Angela Morea di archiviare il caso.