Covid. Balzo dell'Rt ma cambiano le regole per calcolare il rischio e i colori
Anche gli assembramenti per le partite degli Europei di calcio hanno contribuito a fare risalire i contagi, non solo in Italia
Conterà più il tasso di ospedalizzazione che il semplice calcolo dei nuovi casi per individuare i livelli di rischio, e quindi i colori, delle Regioni. Lo ha annunciato ieri il ministro della Salute, Roberto Speranza, mentre il monitoraggio settimanale conferma l’aumento dei casi – dovuto alla variante Delta – e l’abbassamento dell’età media, sia dei contagiati, sia dei ricoverati. Anche ieri i casi registrati sono stati più del giorno precedente e hanno sfiorato le 3mila unità (2.898), i morti si sono fermati a quota 11.
In crescita l’Rt e gli attualmente positivi, mentre l’incidenza a 7 giorni su 100mila abitanti è cresciuta – su base nazionale – da 11 a 19, ma in particolare cinque Regioni sono sopra la media e hanno registrato un netto aumento: Campania (21,7), Lazio (24), Veneto (26,7), Sicilia (31,8) e Sardegna (33,2). Le dosi di vaccino somministrate hanno ormai superato i 60 milioni e sfiorano i 26 milioni, pari al 48,12% della popolazione over 12, le persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Risultato che ancora una volta viene indicato da Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, come l’obiettivo a cui tendere per limitare la circolazione del virus e minimizzarne l’impatto.
L’indice di contagio «Rt è in crescita e passa dallo 0,66 della settimana precedente allo 0,91 di questa settimana – ha detto Brusaferrro nella consueta presentazione del monitoraggio settimanale della cabina di regia – e cominciano a esserci regioni che con l’Rt puntuale vanno sopra il valore di 1 anche se tutte con l’intervallo di confidenza più basso sono sotto» questa soglia. «E anche l’Rt ospedaliero – ha aggiunto – è in crescita» ora ed «è coerente, perché questo indice è in ritardo rispetto alla crescita dell’Rt sintomatico». Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, ha puntualizzato che assistiamo a «un dejà vu della scorsa estate ma abbiamo un terzo incomodo, che è il vaccino».
Proprio la campagna vaccinale è l’elemento che ha permesso al ministro Speranza di annunciare che saranno cambiati i criteri per decidere i colori delle Regioni: «In una fase caratterizzata da un livello importante di vaccinazione è ragionevole che nei cambi di colore e nelle conseguenti misure di contenimento pesi di più il tasso di ospedalizzazione rispetto agli altri indicatori».
Nel dipingere il quadro dell’andamento della pandemia, Brusaferro ha segnalato che «il numero dei Comuni con almeno un caso non decresce, sono 2.267 e la scorsa settimana erano 2.167. In molte regioni c’è un’inversione con ricrescita dei casi. Le fasce fascia d’eta più colpite sono 10-19 anni e 20-29 anni, indice di una popolazione giovanile che contrae di più l’infezione in questa fase». E Gianni Rezza precisa che la variante Delta «corre molto e registra un aumento della trasmissibilità del 60% rispetto alla variante Alfa». Ma gli anziani, vaccinati, «dovrebbero essere protetti dalla malattia grave. Quando si comincerà a vaccinare un numero sostanzioso di giovani, allora comincerà a rallentare anche la corsa del virus».
Quanto alla possibilità di introdurre l’obbligo vaccinale, Rezza ha detto di «non avere alcun pregiudizio, ma è chiaro che è l’ultima ratio». E ha precisato che introdurre un obbligo vaccinale «non si fa dall’oggi al domani. Ci vogliono norme e leggi; ci vuole, oltre a una volontà politica condivisa, un’accettazione sociale. È un percorso abbastanza lungo». Sottolineando che «va fatto capire che il vaccino è un diritto anzitutto, prima che un dovere». «Abbiamo il vaccino e dovremmo aver protetto gran parte delle persone che andavano protette con più urgenza. Continuando, riusciremo anche a mettere un ostacolo alla circolazione virale. Ma dobbiamo essere cauti quando vediamo aumentare l’incidenza. Fortunatamente non vediamo al momento nessun carico sui sistemi sanitari. Continuiamo a vaccinare e a tenere comportamenti prudenti», ha concluso.
In tema di vaccinazioni, la Lombardia ha stabilito la possibilità di vaccinare i turisti che trascorrano almeno 15 giorni in Regione. Chi abbia già ricevuto la prima dose – annuncia una nota della Direzione generale Welfare –, potrà registrarsi sul portale regionale e prenotare il richiamo presso uno dei centri vaccinali lombardi.
Il dibattito sui parametri per i colori delle zone, che era stato avviato già dalle Regioni, è riemerso ieri dopo l’ultimo report settimanale dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari (Altems) dell’Università Cattolica. Con il procedere della campagna vaccinale, e il ridursi della popolazione suscettibile, Altems ha elaborato un nuovo indicatore per dichiarare il passaggio delle Regioni nelle diverse fasce di rischio che tengano conto della popolazione vaccinata e dell’efficacia del vaccino, e indica in Sardegna, Sicilia e Veneto quelle più vicine alla «zona gialla».
Intanto in Sicilia, il presidente Nello Musumeci ha firmato l’ordinanza della quarta «zona rossa» in Regione: a causa del notevole incremento di positivi, il Comune di Gela (Caltanissetta) si va ad aggiungere a Mazzarino e Riesi, sempre nel Nisseno, e Piazza Armerina in provincia di Enna.